Il divario energetico che affligge il tessuto produttivo italiano si fa ancora più evidente nell’analisi delle bollette del gas e dell’energia elettrica, rivelando una disparità di trattamento che penalizza duramente le micro e piccole imprese. Secondo un recente studio dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, i costi sostenuti da artigiani, commercianti, esercenti e piccoli imprenditori, colonna portante dell’economia locale, risultano essere superiori del 100% rispetto a quelli gravati sulle spalle delle grandi industrie manifatturiere e commerciali. La forbice si assottiglia per quanto riguarda l’energia elettrica, dove il divario si attesta al 45%, ma rimane comunque significativo e insostenibile nel lungo periodo.Questa disparità non è semplicemente una questione di prezzi: essa riflette una complessa combinazione di fattori strutturali e regolamentari che svantaggiano le realtà più piccole. Le grandi imprese, infatti, possono sfruttare economie di scala, contratti di fornitura negoziati a livello nazionale o internazionale, e la possibilità di investire in soluzioni di efficientamento energetico più sofisticate, spesso inaccessibili alle PMI. Il peso della complessità burocratica, inoltre, grava in maniera sproporzionata sulle piccole imprese, che mancano spesso delle risorse umane e finanziarie per navigare un panorama normativo in continua evoluzione.L’impatto economico di questo squilibrio è profondo. L’aumento dei costi energetici incide direttamente sulla competitività, limitando gli investimenti in innovazione, formazione del personale e sviluppo di nuovi prodotti. In alcuni casi, la situazione può portare alla riduzione dell’attività produttiva, alla perdita di posti di lavoro e, nel peggiore, alla chiusura delle imprese, con conseguenze devastanti per le comunità locali e per l’intero sistema economico nazionale.La questione energetica, pertanto, non deve essere vista come un mero problema di prezzo, ma come una sfida strategica per la sopravvivenza e la prosperità delle piccole e micro imprese italiane. È necessario un intervento corretto e mirato, che tenga conto delle specificità del tessuto produttivo locale e che promuova un accesso più equo all’energia, attraverso misure di sostegno finanziario, semplificazione burocratica e incentivi per l’efficienza energetica. In questo contesto, un ripensamento della tassazione energetica, tariffe differenziate e contratti di fornitura più flessibili potrebbero rappresentare soluzioni concrete per ridurre il divario e restituire alle PMI la possibilità di competere su un piano di parità. L’inazione, al contrario, rischia di compromettere seriamente il futuro del Made in Italy e la vitalità del sistema economico nazionale.