L’ancor persistente predominio del contante e la vigorosa presenza di un’economia non ufficialmente registrata costituiscono elementi di profonda vulnerabilità per il tessuto socio-economico italiano. Questi fenomeni, interconnessi e alimentati da dinamiche complesse, erodono l’efficacia dei sistemi di tracciabilità finanziaria, creando un terreno fertile per il riciclaggio di capitali illeciti derivanti da un ampio spettro di attività criminali, dalla criminalità organizzata alla frode fiscale, passando per il traffico illecito di beni.Come evidenziato dal Direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) presso la Banca d’Italia, Enzo Serata, nella recente analisi delle attività del 2024, l’utilizzo massiccio del denaro contante non solo impedisce la piena visibilità dei flussi finanziari, ma alimenta anche la proliferazione di attività economiche operanti in un limbo normativo, dove la trasparenza è compromessa e il rischio di manipolazione è elevato. La lotta al riciclaggio di denaro, lungi dall’essere una mera questione tecnica o finanziaria, assume quindi un ruolo strategico nella salvaguardia dell’integrità del sistema economico e nella tutela della legalità. Una prevenzione efficace non si limita a identificare e perseguire i reati finanziari, ma mira a sensibilizzare l’intera Pubblica Amministrazione sulla reale portata delle minacce poste dalle infiltrazioni criminali.La sensibilizzazione, a sua volta, deve essere accompagnata da un rafforzamento delle capacità di analisi e di controllo da parte degli organi competenti. Un’amministrazione pubblica informata e vigilante è più resistente alla corruzione, capace di riconoscere i segnali d’allarme e di implementare misure preventive mirate. Questo implica un investimento continuo in formazione, tecnologie avanzate e collaborazioni sinergiche tra le diverse istituzioni, sia a livello nazionale che internazionale.È fondamentale comprendere che l’economia sommersa non è un fenomeno isolato, ma un sintomo di problematiche più profonde, come la complessità burocratica, la pressione fiscale elevata e la mancanza di fiducia nelle istituzioni. Affrontare queste cause radicate è essenziale per creare un ambiente economico più trasparente, equo e resiliente, dove la legalità sia la norma e non l’eccezione. La digitalizzazione dei pagamenti, sebbene non risolutiva di per sé, rappresenta un passo importante verso la riduzione della dipendenza dal contante e verso un maggiore controllo dei flussi finanziari, ma deve essere affiancata da politiche più ampie volte a incentivare la conformità e a contrastare l’evasione fiscale. Il futuro dell’economia italiana, e la sua capacità di competere efficacemente nel contesto globale, dipendono in larga misura dalla capacità di arginare questi fenomeni e di promuovere una cultura della legalità e della trasparenza.