L’incertezza geopolitica e le tensioni commerciali continuano a plasmare il panorama finanziario globale, con i mercati che si preparano ad una settimana cruciale.
La retorica aggressiva di Donald Trump, che anticipa l’imposizione di dazi del 30% su determinate importazioni, alimenta una volatilità accentuata e richiede una lettura cauta degli sviluppi.
Anche qualora l’annuncio dovesse essere mitigato o ritirato, il dibattito in corso tra Stati Uniti e Unione Europea manterrà un’influenza significativa sulle performance dei mercati.
L’esperienza ha insegnato agli investitori a non liquidare con leggerezza le dichiarazioni più assertive del presidente americano, tuttavia, l’impatto delle politiche commerciali statunitensi è tangibile e si riflette in una serie di indicatori chiave.
L’impennata del rame, con un rialzo superiore al 10% in risposta all’annuncio precedente di dazi del 50%, e l’impennata del Bitcoin, che ha raggiunto vette storiche, sono solo alcuni esempi della reazione immediata dei mercati.
Un effetto meno evidente, ma altrettanto rilevante, si osserva sul cambio euro-dollaro, dove il progressivo indebolimento della valuta americana può essere interpretato come un dazio implicito.
La settimana in corso sarà caratterizzata da un flusso costante di dati macroeconomici che offriranno spunti fondamentali per valutare l’impatto reale delle tensioni commerciali.
L’attenzione è focalizzata sull’inflazione americana, attesa per martedì.
Un dato significativamente superiore alle previsioni potrebbe complicare i piani della Federal Reserve e ridurre le aspettative di tagli dei tassi, in una dinamica che vede Trump in aperta contrapposizione con Jerome Powell.
Analisi simili si attendono dal Regno Unito (mercoledì) e dal Giappone (venerdì), per monitorare le possibili reazioni delle banche centrali di questi paesi.
In Giappone, un aumento dei tassi d’interesse appare improbabile, data la persistenza delle incertezze legate al commercio internazionale.
La Bank of England, invece, dovrà valutare attentamente i dati sull’inflazione per decidere se procedere con il taglio dei tassi atteso per agosto o settembre.
Oltre ai dati sull’inflazione, gli investitori monitoreranno con attenzione le vendite al dettaglio negli Stati Uniti (giovedì), che si prevede si riprenderanno dopo due mesi di contrazione.
La stagione delle pubblicazioni dei risultati trimestrali delle principali aziende è anch’essa in pieno svolgimento.
Le principali banche e istituzioni finanziarie statunitensi, tra cui JP Morgan, Citi, BlackRock, Goldman Sachs, Bofa e Morgan Stanley, saranno sotto la lente d’ingrandimento.
Si attendono anche i risultati di aziende chiave come ASML, TSMC, Novartis e Netflix.
Sul fronte italiano, l’attenzione rimane focalizzata sull’evoluzione della situazione relativa a Monte dei Paschi di Siena e Mediobanca, con l’avvio dell’operazione di Banca Mps su Mediobanca che crea ulteriori dinamiche di mercato e incertezza per gli investitori.
La complessità della situazione finanziaria italiana, combinata con le pressioni internazionali, rende il quadro particolarmente volatile e richiede un’analisi attenta e costante.