L’esigenza di una transizione energetica radicale e sostenibile impone una rivalutazione seria e pragmatica del ruolo dell’energia nucleare, un tema che merita un dibattito pubblico più ampio e informato, al di là di pregiudizi spesso radicati.
Questo è il messaggio che emerge con forza dalle recenti dichiarazioni di Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, durante un evento dedicato al nucleare presso la Camera dei Deputati.
La pressione globale per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica fissati a livello internazionale pone la questione dell’energia nucleare non come un’opzione marginale, ma come un tassello cruciale della soluzione.
Rinunciare a questa fonte di energia, pur consapevole delle sfide tecnologiche e di sicurezza che essa comporta, significherebbe compromettere seriamente le prospettive di un futuro energetico realmente sostenibile.
Il dibattito non può limitarsi a una contrapposizione semplicistica tra “pro” e “contro”.
È necessario analizzare a fondo le nuove generazioni di reattori nucleari, come i reattori di quarta generazione e i piccoli reattori modulari (SMR), che promettono maggiore sicurezza, efficienza e una riduzione significativa dei rifiuti radioattivi.
Questi avanzamenti tecnologici, spesso sottovalutati, offrono la possibilità di mitigare le preoccupazioni storiche legate all’energia nucleare e di integrarla in maniera più armoniosa con le fonti rinnovabili.
Il contributo di Confindustria, e in particolare la voce autorevole del suo Presidente, sottolinea l’importanza di una visione strategica a lungo termine.
Il settore industriale italiano, energivoro per definizione, necessita di una fornitura energetica stabile, affidabile ed a basso contenuto di carbonio.
L’energia nucleare, con la sua capacità di generare elettricità in modo continuo e indipendente dalle condizioni meteorologiche, può svolgere un ruolo fondamentale in questo contesto.
Tuttavia, l’avvio di un programma nucleare in Italia non è privo di ostacoli.
Richiede ingenti investimenti, una governance solida e competente, e un consenso politico ampio, che al momento appare ancora fragile.
È imprescindibile, inoltre, un percorso di informazione e sensibilizzazione dei cittadini, volto a dissipare dubbi e paure, e a favorire una partecipazione consapevole al processo decisionale.
La transizione energetica non è un processo lineare e privo di compromessi.
Richiede scelte coraggiose e un approccio pragmatico, basato sulla scienza e sull’innovazione.
Ignorare il potenziale dell’energia nucleare, con i suoi progressi tecnologici e le sue capacità di mitigazione climatica, sarebbe un errore che il futuro non perdona.
Il percorso è complesso, ma la posta in gioco – un futuro energetico sicuro e sostenibile per le prossime generazioni – è troppo alta per rinunciare.