Per garantire un’Unione Europea veramente coesa, prospera e resiliente nel futuro, il prossimo ciclo di programmazione del bilancio pluriennale necessita di una profonda revisione concettuale e operativa. L’attuale approccio, spesso percepito come rigido e insufficiente, rischia di perpetuare squilibri preesistenti e di frenare il potenziale di crescita di alcune regioni.È imprescindibile superare la logica di un budget generalizzato, a favore di un sistema finanziario differenziato e strategicamente allineato alle specifiche esigenze di ciascuna area geografica. Questo non significa semplicemente distribuire risorse in base a criteri demografici o superficiali, ma piuttosto implementare un’allocazione regionale sofisticata, che tenga conto di indicatori multidimensionali. Questi indicatori dovrebbero misurare non solo il PIL pro capite, ma anche l’accesso all’istruzione, alla sanità, alle infrastrutture digitali, l’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale e la capacità di assorbimento dei fondi stessi.Una vera politica di coesione implica riconoscere che le sfide e le opportunità variano significativamente da una regione all’altra. Alcune aree potrebbero necessitare di investimenti mirati per colmare divari infrastrutturali e promuovere la creazione di posti di lavoro, mentre altre potrebbero beneficiare di incentivi per l’innovazione e l’internazionalizzazione. La flessibilità è quindi un elemento chiave, permettendo alle regioni di adattare i programmi operativi alle proprie priorità strategiche, sempre nel rispetto degli obiettivi generali dell’UE.Parallelamente a un budget robusto e differenziato, è fondamentale un quadro legislativo chiaro e incisivo. La normativa vigente, spesso complessa e burocratica, deve essere semplificata e resa più accessibile agli enti locali e alle imprese. È necessario definire in modo preciso le procedure di programmazione, attuazione e monitoraggio dei fondi strutturali, garantendo trasparenza e responsabilità.Inoltre, la legislazione dovrebbe incentivare la collaborazione tra i diversi livelli di governo – europeo, nazionale e regionale – promuovendo la condivisione di conoscenze e buone pratiche. L’innovazione sociale e l’economia circolare devono essere al centro delle politiche di coesione, creando opportunità di sviluppo sostenibile e inclusivo.Infine, il successo di qualsiasi politica di coesione dipende dalla capacità di coinvolgere attivamente i cittadini e le parti sociali. Consultazioni pubbliche, workshop e piattaforme online possono favorire la partecipazione democratica e garantire che i programmi siano realmente rispondenti alle esigenze del territorio. Solo attraverso un approccio integrato e partecipativo sarà possibile costruire un’Europa più equa, competitiva e unita nel suo complesso.