La discussione recente riguardo alla possibile tariffazione dello Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) rischia di oscurare un quadro più ampio e complesso, caratterizzato da un’evoluzione significativa nel panorama dell’identità digitale in Italia. L’esistenza di costi di attivazione e gestione dello Spid da parte di alcuni Identity Provider (IdP) è una realtà consolidata fin dal 2019, una circostanza apertamente riconosciuta dagli stessi operatori del settore e costantemente segnalata.Il sottosegretario Alessio Butti, intervenendo a Telco per l’Italia, ha messo in luce la necessità di contestualizzare questa questione nell’ambito di un percorso di modernizzazione digitale più ambizioso e allineato agli standard europei. Mentre lo Spid, pur rappresentando un primo passo fondamentale, presenta delle vulnerabilità intrinseche e limitazioni operative, la Carta d’Identità Elettronica (CIE) emerge come un’alternativa più solida e strategicamente rilevante. La CIE, infatti, beneficia del riconoscimento a livello europeo, garantendo un livello di sicurezza superiore e una maggiore interoperabilità.Il governo italiano ha dimostrato un impegno concreto nell’accelerare la transizione verso un’identità digitale più robusta, stanziando 40 milioni di euro a sostegno degli Identity Provider e investendo nello sviluppo di tecnologie innovative come il Digital Wallet. L’Italia si posiziona come leader europeo in questo campo, partecipando attivamente come “pilota” per l’implementazione di standard comuni e promuovendo soluzioni all’avanguardia.La sfida attuale non è tanto quella di eliminare i costi dello Spid, ma di garantire un’esperienza utente ottimale e di incentivare l’adozione della CIE come strumento primario per l’accesso ai servizi digitali. L’obiettivo è quello di semplificare al massimo il percorso per i cittadini e le imprese, assicurando che l’identità digitale sia un fattore di progresso e inclusione, e non un ostacolo all’accesso ai servizi pubblici e privati. Si tratta di un processo dinamico che richiede un monitoraggio costante, investimenti mirati e una collaborazione sinergica tra istituzioni, operatori del settore e comunità digitale. Il futuro dell’identità digitale italiana si configura quindi come un percorso di evoluzione continua, con la CIE destinata a ricoprire un ruolo sempre più centrale.