venerdì 8 Agosto 2025
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Adidas rompe il CCOL: rischio per i lavoratori e futuro del sistema contrattuale.

La decisione di Adidas di recedere dal contratto collettivo di lavoro (CCOL) applicato ai suoi stabilimenti in Germania rappresenta un punto di rottura significativo nelle relazioni industriali del paese e solleva interrogativi più ampi sulla tenuta del sistema di contrattazione collettiva.

La mossa, che esclude circa 8.000 dipendenti dalle disposizioni del CCOL, interrompe le trattative in corso con i sindacati, precisamente con igbce, che rivendicavano un incremento salariale del 7%.

Questa scelta non è un mero disaccordo economico, ma un’azione che mina i principi fondamentali che regolano il dialogo tra datore di lavoro e rappresentanti dei lavoratori.
Il CCOL, infatti, è uno strumento cruciale per garantire condizioni di lavoro eque, stabilire standard salariali minimi e promuovere un clima di collaborazione, mitigando potenzialmente conflitti e favorendo la stabilità aziendale.

Il rischio che il sindacato igbce evidenzia è reale: la rimozione della tutela offerta dal CCOL lascia i dipendenti in una posizione di vulnerabilità, esposti alle decisioni unilaterali della direzione aziendale in merito a salari, orari di lavoro, benefit e, più in generale, a qualsiasi aspetto delle condizioni di impiego.
Questo potenzialmente erode il potere contrattuale dei lavoratori, rendendoli dipendenti dalla discrezionalità del management.
L’azione di Adidas si inserisce in un contesto più ampio di crescente tensione tra aziende e sindacati in Germania, dove, pur essendo la contrattazione collettiva fortemente radicata, si assiste a una graduale erosione del suo potere, in parte dovuta alla globalizzazione, alla flessibilizzazione del mercato del lavoro e alla ricerca di maggiore competitività da parte delle imprese.

La decisione dell’azienda può essere interpretata come un tentativo di ottenere maggiore autonomia nella gestione dei costi e nella definizione delle politiche del personale, ma rischia di innescare un’escalation di conflitti e di danneggiare la reputazione del marchio, che si basa in parte sull’immagine di un’azienda socialmente responsabile.

Oltre alle conseguenze immediate per i dipendenti di Adidas, la decisione solleva una questione di principio: fino a che punto le aziende possono sottrarsi alle regole che governano il rapporto di lavoro, giustificandosi con la necessità di adattarsi alle dinamiche di un mercato globale sempre più competitivo? La risposta a questa domanda avrà implicazioni significative per il futuro del sistema di contrattazione collettiva in Germania e per il ruolo dei sindacati nella difesa dei diritti dei lavoratori.

Il rifiuto di igbce testimonia la consapevolezza che la difesa del diritto del lavoro non può essere compromessa.

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