mercoledì 17 Settembre 2025
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Assegno Unico: 11 miliardi per 9,5 milioni di figli nel 2024

L’architettura del sostegno economico alla famiglia italiana, incarnata dall’Assegno Unico e Universale per i Figli a carico, si è configurata, nei primi sette mesi del 2024, come un pilastro fondamentale del welfare nazionale.
I dati recenti, emersi dall’analisi dell’Osservatorio Inps, rivelano un impatto significativo sulla vita di milioni di nuclei familiari, delineando un quadro complesso di necessità, benefici e sfide future.
Considerando il periodo gennaio-luglio, l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale ha indirizzato l’assegno a un numero considerevole di famiglie: precisamente 5.994.325, che comprendono un totale di 9.474.907 figli.
La rilevanza di questa operazione è quantificata da un esborso finanziario di 11 miliardi e 457 milioni di euro, cifra che sottolinea l’impegno dello Stato nel supportare le famiglie con minori.

Analizzando i dettagli, emerge che l’importo medio mensile erogato a ciascuna famiglia si attesta a 273 euro, con una media di 173 euro per figlio.

Queste cifre, pur rappresentando un aiuto concreto, non sono uniformi.
L’assegno unico, infatti, è modulato in base a diversi fattori, tra cui il reddito del nucleo familiare, la composizione del minore (disabilità, non autosufficienza) e l’età dei figli.
Questa personalizzazione mira a garantire un supporto più mirato, rispondendo in modo differenziato alle diverse esigenze.

Il sistema dell’Assegno Unico, introdotto per semplificare e razionalizzare i precedenti sussidi familiari, si pone come un’evoluzione del welfare, mirando a ridurre la frammentazione degli interventi e a promuovere l’inclusione sociale.

Tuttavia, la sua implementazione non è esente da criticità.
La complessità delle regole di accesso e la necessità di un costante aggiornamento delle informazioni richieste possono rappresentare un ostacolo per alcune famiglie, soprattutto quelle meno avvezze alle procedure digitali.

L’analisi dei dati dell’Inps, inoltre, solleva interrogativi sulla sostenibilità del sistema nel lungo periodo.
L’aumento dei costi demografici, legato alla diminuzione della natalità e all’invecchiamento della popolazione, pone una sfida significativa per le finanze pubbliche.
Sarà necessario, pertanto, un continuo monitoraggio dell’efficacia dell’Assegno Unico e una valutazione delle possibili misure correttive, al fine di garantire la sua continuità e la sua capacità di rispondere alle reali esigenze delle famiglie italiane.
La revisione periodica dei criteri di calcolo e dei limiti di reddito, tenendo conto dell’inflazione e dell’evoluzione del mercato del lavoro, si configura come un elemento cruciale per preservare l’equità e l’efficacia del sistema di sostegno alla genitorialità.

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