La tenuta del progetto europeo si giova imprescindibilmente di una rinnovata e vigorosa competitività.
Non si tratta di una mera questione economica, relegabile alla gestione di bilanci e profitti aziendali, bensì di un imperativo strategico che ne definisce la proiezione geopolitica e la capacità di garantire stabilità e benessere ai suoi cittadini.
La prosperità economica, infatti, costituisce il fondamento di una società libera e pacifica, e la sua erosione mina le fondamenta stesse dell’Unione Europea.
L’affermazione della Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, rivolta alle associazioni produttive tedesche, non è un monito isolato, ma un segnale d’allarme che riflette una realtà ineludibile: il mondo esterno non attende.
L’era della complacenza è finita.
La competizione globale, alimentata da economie emergenti dinamiche e da un rapido progresso tecnologico, impone all’Europa di accelerare il proprio passo, di ripensare i propri modelli di sviluppo e di abbracciare un’innovazione radicale.
Le sfide sono molteplici.
L’invecchiamento della popolazione, la transizione verso un’economia sostenibile, la necessità di investire in competenze digitali e l’adeguamento alle nuove dinamiche del commercio internazionale richiedono un approccio olistico e una visione a lungo termine.
La frammentazione interna, le resistenze ideologiche e i conflitti di interesse che spesso paralizzano il processo decisionale europeo rappresentano un ostacolo significativo a questa ambiziosa trasformazione.
Il tempo delle esitazioni è scaduto.
L’immobilismo, l’ancoraggio al passato e la difesa di interessi particolari rischiano di compromettere il futuro dell’Europa.
È necessario superare le divisioni, abbandonare i veti preconcetti e abbracciare un approccio collaborativo e costruttivo.
Il Parlamento Europeo e il Consiglio, organi chiave del processo legislativo, devono agire con determinazione e lungimiranza, anteponendo l’interesse comune a quello particolare.
La competitività europea non è una corsa solitaria, ma un progetto condiviso che richiede l’impegno di tutti gli attori coinvolti: imprese, istituzioni, lavoratori, ricercatori, cittadini.
È un investimento nel futuro, una garanzia di prosperità, libertà e pace per le generazioni a venire.
Richiede coraggio, visione e una profonda consapevolezza della posta in gioco.