Secondo le recenti proiezioni contenute nel rapporto “Prospettive Economiche Globali” dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), l’economia italiana si appresta a navigare un periodo di crescita moderata, con implicazioni potenzialmente significative per il quadro macroeconomico nazionale.
L’analisi, elaborata con un modello econometrico complesso che tiene conto di variabili interne ed esterne, prevede una decelerazione graduale del Prodotto Interno Lordo (PIL) rispetto alla performance stimata per il 2024.
Nello specifico, si stima che il tasso di crescita del PIL, dopo un modesto 0,7% nel 2024, si attesti allo 0,6% sia nel 2025 che nel 2026.
Questo rallentamento, pur non indicando una contrazione economica, segnala una sfida per il governo e per gli operatori economici, che dovranno affrontare un contesto di crescita più contenuto rispetto alle aspettative iniziali.
Le previsioni dell’OCSE si inseriscono in un contesto globale caratterizzato da incertezze geopolitiche persistenti, inflazione latente, e un inasprimento delle condizioni finanziarie.
L’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, sebbene necessario per contrastare l’inflazione, ha un impatto negativo sull’attività economica, rendendo più costoso l’accesso al credito per imprese e famiglie.
Questa contrazione del credito può frenare gli investimenti, la produzione e i consumi, contribuendo al rallentamento della crescita.
Il rapporto dell’OCSE sottolinea che il futuro economico dell’Italia è strettamente legato alla sua capacità di affrontare sfide strutturali di lungo termine, come l’invecchiamento della popolazione, la bassa produttività, e la transizione verso un’economia più verde e digitale.
La transizione ecologica, in particolare, richiede ingenti investimenti in nuove tecnologie e infrastrutture, che potrebbero rappresentare un ulteriore freno alla crescita nel breve termine, se non adeguatamente pianificati e supportati.
Inoltre, la performance del settore manifatturiero italiano, cruciale per l’economia nazionale, è esposta alla volatilità dei mercati internazionali e alla concorrenza globale.
L’aumento dei costi energetici e delle materie prime, unitamente alle interruzioni delle catene di approvvigionamento, potrebbero penalizzare le imprese italiane, riducendo la loro competitività.
Le proiezioni dell’OCSE offrono dunque uno scenario prudente, che invita a un’analisi approfondita delle debolezze strutturali dell’economia italiana e all’implementazione di politiche mirate a stimolare la crescita potenziale.
Un focus particolare dovrebbe essere rivolto a misure volte a migliorare l’efficienza del mercato del lavoro, a promuovere l’innovazione e la ricerca e sviluppo, e a semplificare il sistema burocratico, creando un ambiente più favorevole all’imprenditorialità e agli investimenti.
La capacità di attuare riforme strutturali ambiziose e di sfruttare al meglio le opportunità offerte dai fondi europei del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sarà determinante per invertire la tendenza al rallentamento della crescita e per garantire un futuro economico più solido e sostenibile per l’Italia.