La recente revisione del rating della Francia da parte dell’agenzia Fitch, che ha declassato il paese da AA- ad A+, con un outlook stabile, solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità delle finanze pubbliche e sulla resilienza del sistema politico francese.
Questo atto, lungi dall’essere un semplice aggiustamento tecnico, riflette una percezione di crescente vulnerabilità che permea il panorama economico e istituzionale del paese.
La previsione di un aumento del rapporto debito/PIL, destinato a salire dal 113,2% del 2024 al 121% entro il 2027, rappresenta un campanello d’allarme.
Tale escalation, alimentata da una combinazione di fattori strutturali e congiunturali, limita significativamente la flessibilità del governo nel fronteggiare eventuali shock esterni o interne, creando una spirale di dipendenza finanziaria che compromette la capacità di implementare politiche di crescita sostenibile.
Non si tratta solo di un numero, ma del rischio che un indebitamento eccessivo eroda la fiducia degli investitori e inasprisca le condizioni di finanziamento, penalizzando la competitività del paese.
Il declassamento di Fitch non è stato isolato da altri segnali di preoccupazione.
La fragilità politica interna, esplicitamente menzionata nell’analisi dell’agenzia, è un fattore aggravante.
La rapida successione di tre governi differenti in seguito alle elezioni legislative del 2024 evidenzia una profonda polarizzazione e frammentazione politica.
Questo clima di instabilità rende estremamente difficile la definizione e l’attuazione di riforme strutturali necessarie per affrontare le sfide economiche e sociali, come la riforma del mercato del lavoro, la semplificazione del sistema fiscale e la promozione dell’innovazione.
L’impossibilità di ridurre il deficit al di sotto del 3% del PIL entro il 2029, come previsto da Fitch, riflette questa paralisi politica e la difficoltà di costruire un consenso duraturo su politiche di risanamento.
Un deficit persistentemente elevato contribuisce all’aumento del debito pubblico, creando un circolo vizioso che limita la crescita economica e compromette la stabilità finanziaria.
L’analisi di Fitch suggerisce, implicitamente, che la Francia si trova di fronte a un bivio.
Da un lato, la prosecuzione della strada attuale, caratterizzata da un debito crescente e da un’instabilità politica, rischia di compromettere la credibilità del paese e di limitare le sue prospettive di crescita.
Dall’altro, la capacità di affrontare con coraggio e determinazione le sfide economiche e politiche, implementando riforme strutturali e promuovendo la coesione sociale, potrebbe innescare un processo di risanamento e di ripresa.
La situazione francese, quindi, non è solo una questione di numeri e di rating, ma un test cruciale per la sua capacità di affrontare le complessità del XXI secolo e di preservare il suo ruolo di protagonista nel panorama europeo e globale.
Un’azione decisa e lungimirante è necessaria per evitare un deterioramento ulteriore e per ricostruire la fiducia degli investitori e dei cittadini.