Una giornata per il futuro del lavoro e della società: la mobilitazione nazionale del 25 ottobreRoma, 25 ottobre: una data che si preannuncia cruciale per il futuro del lavoro e per la tenuta del tessuto sociale italiano.
La Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) promuove un’ampia manifestazione nazionale, “Democrazia al lavoro”, un appuntamento non solo sindacale, ma un vero e proprio grido di speranza e di rivendicazione per un Paese più equo e sostenibile.
L’iniziativa va ben oltre la mera richiesta di aumenti salariali e pensionistici, seppur queste rappresentino un tassello fondamentale.
La mobilitazione si configura come una piattaforma politica più ampia, volta a sollecitare il governo e le forze politiche a confrontarsi con le sfide strutturali che affliggono l’Italia.
Al centro delle istanze proposte vi è la necessità di una ridefinizione del concetto di lavoro nell’era della digitalizzazione, dell’automazione e delle nuove forme di impiego.
La precarietà, ormai endemica, erode il diritto al lavoro stabile, la possibilità di pianificare il futuro e la dignità delle persone.
È imperativo contrastare l’utilizzo dilagante di contratti atipici e promuovere politiche attive che favoriscano la formazione continua e la riqualificazione professionale, garantendo a tutti l’accesso a opportunità di lavoro decenti.
La mobilitazione pone l’accento sulla giustizia sociale, chiedendo un sistema fiscale progressivo che riduca le disuguaglianze e finanzi la pubblica istruzione e la sanità.
La riforma fiscale non può limitarsi a modifiche superficiali, ma deve agire sulle grandi ricchezze e sui profitti delle multinazionali, redistribuendo risorse per sostenere i redditi più bassi e le famiglie in difficoltà.
La sanità pubblica, gravemente provata dalla pandemia e da anni di sottofinanziamento, necessita di un investimento massiccio per garantire l’accesso universale alle cure e per combattere le liste d’attesa sempre più lunghe.
La scuola, pilastro fondamentale per il futuro del Paese, richiede un piano di ripresa che incrementi gli stipendi dei docenti, riduca il numero di alunni per classe e modernizzi le infrastrutture.
La richiesta di un “no al riarmo” rappresenta una chiara presa di posizione pacifista e una priorità di investimento in settori strategici per lo sviluppo sociale ed economico del Paese, come la transizione ecologica, l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica.
La manifestazione del 25 ottobre a Roma non è solo un evento sindacale, ma un appuntamento civile, un momento di confronto e di partecipazione democratica, un’occasione per alzare la voce e chiedere un futuro migliore per l’Italia, un futuro fondato sul lavoro, sulla giustizia sociale, sulla sostenibilità ambientale e sulla pace.
È un appello a tutte le forze progressiste e a tutti i cittadini che credono in un Paese più giusto, equo e solidale.