sabato 16 Agosto 2025
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Ginevra, INC-5.2: L’Inquinamento da Plastica, Un Trattato in Frantumi?

L’esito dell’INC-5.2 di Ginevra lascia intravedere un quadro desolante, una dissonanza profonda tra l’urgenza del problema e la tenuta delle azioni intraprese a livello internazionale.

Dopo quasi due settimane di un confronto diplomatico arduo, l’auspicato trattato globale per contrastare l’inquinamento da plastica appare ancora un miraggio lontano, un obiettivo compromesso da una lentezza esasperante nel processo decisionale.

Le dichiarazioni di intenti, pur coraggiose e ambiziose, non si sono tradotte in un’azione concreta, in un impiego pieno e consapevole degli strumenti multilaterali necessari per forgiare un quadro normativo globale vincolante.

L’ostinazione a perseguire il consenso unanime, sebbene apparentemente nobile, si sta rivelando una trappola, un ostacolo insormontabile che rischia di paralizzare l’azione e tradire le aspettative di un mondo che implora soluzioni immediate.
L’inquinamento da plastica non è un problema marginale, ma una crisi planetaria dalle implicazioni ambientali, economiche e sociali di portata incalcolabile.
Milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono ogni anno negli oceani, nei fiumi, nei suoli, contaminando gli ecosistemi, danneggiando la biodiversità, entrando nella catena alimentare e rappresentando una minaccia diretta alla salute umana.

Il trattato globale, al quale si aspirava, avrebbe dovuto affrontare le cause profonde del problema, dalla progettazione alla produzione, alla gestione dei rifiuti, promuovendo un’economia circolare, incentivando l’innovazione di materiali alternativi, rafforzando la responsabilità estesa dei produttori, garantendo il finanziamento adeguato per i paesi in via di sviluppo.

La mancanza di un testo negoziale solido e di una roadmap chiara su come realizzare il trattato è un segnale preoccupante.
Non si tratta solo di una questione tecnica, ma di una questione di volontà politica, di coraggio nel prendere decisioni impopolari, di responsabilità verso le generazioni future.
Il Wwf, e con esso numerose organizzazioni ambientaliste e comunità scientifiche, ribadiscono l’urgenza di un cambio di rotta.

Il perseguimento del consenso unanime non può giustificare l’immobilismo.

È necessario un approccio più pragmatico, basato su obiettivi ambiziosi e vincoli temporali, che superi le resistenze e acceleri il processo decisionale.

La promessa fatta ai cittadini del mondo non può essere disattesa.

L’eredità che lasceremo alle future generazioni dipende dalla nostra capacità di agire con determinazione e lungimiranza di fronte a questa sfida globale.
L’ora della verità è adesso.

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