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giovedì 13 Novembre 2025

Google sotto inchiesta UE: possibili violazioni del Digital Markets Act

La Commissione Europea ha intensificato il suo controllo sull’operato di Google, aprendo un’indagine formale volta a valutare un potenziale conflitto tra le pratiche dell’azienda e il rigore della Digital Markets Act (DMA).

L’indagine, annunciata ufficialmente, si concentra su accuse di un sistema di declassamento mirato ai contenuti prodotti dagli editori di media, una manovra che potrebbe configurarsi come una distorsione del mercato digitale e una violazione dei principi di concorrenza leale sanciti dalla normativa europea.
La Digital Markets Act, entrata in vigore a marzo 2023, ha lo scopo di limitare il potere delle “gatekeeper” – aziende tecnologiche che detengono posizioni dominanti in mercati digitali – e di promuovere una maggiore equità e trasparenza nell’accesso ai servizi online.
L’indagine su Google rappresenta un banco di prova cruciale per l’applicazione effettiva del DMA e per la sua capacità di contenere le pratiche potenzialmente anti-competitive delle grandi piattaforme.

La Commissione Europea non si limita a una mera constatazione formale.

L’indagine sarà condotta con la massima scrupolosità, raccogliendo dati, analizzando algoritmi e intervistando stakeholders del settore.
Se l’indagine dovesse confermare le sospette, la Commissione non si limiterà a un’accusa, ma procederà a una comunicazione dettagliata ad Alphabet, la società madre di Google.
Questa comunicazione, nota come “statement of objections”, esporrà le conclusioni preliminari dell’indagine, illustrerà le criticità riscontrate e indicherà le misure correttive che Alphabet dovrà implementare per conformarsi al DMA.

La possibile trasgressione da parte di Google solleva questioni fondamentali sul ruolo delle piattaforme online nella distribuzione delle informazioni e sulla sostenibilità del modello di business degli editori di media.

Se Google declassa sistematicamente i contenuti di determinate fonti di informazione, compromette la capacità degli utenti di accedere a una pluralità di voci e prospettive, con ripercussioni potenziali sulla democrazia e sul dibattito pubblico.
L’indagine mira dunque a salvaguardare non solo la concorrenza, ma anche la vitalità dell’ecosistema informativo europeo.

La Commissione si è posta l’obiettivo di concludere l’indagine entro un arco temporale di 12 mesi, una tempistica ambiziosa che riflette l’urgenza di fornire risposte concrete alle preoccupazioni sollevate.
L’esito dell’indagine avrà un impatto significativo non solo per Google, ma per l’intero panorama digitale europeo.

Le sanzioni potenziali, che possono arrivare fino al 10% del fatturato mondiale dell’azienda, possono incrementarsi fino al 20% in caso di reiterazione della condotta illecita, evidenziando la serietà con cui la Commissione Europea intende far rispettare il DMA.

L’indagine pone, quindi, un precedente importante per il futuro controllo delle pratiche delle grandi piattaforme digitali e per la tutela della concorrenza nel mercato dell’informazione.

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