L’azione del Mediatore europeo, figura indipendente incaricata di vigilare sull’equità e la trasparenza dell’amministrazione dell’Unione Europea, si è mossa in risposta a una denuncia sollevata dall’europarlamentare Valentina Palmisano, evidenziando una potenziale deficienza nell’azione della Commissione Europea nei confronti dell’Italia in relazione al caso storico dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia.
La decisione di avviare un’indagine formale, come testimoniato da una comunicazione ufficiale diretta alla Presidente Ursula von der Leyen, riflette una crescente preoccupazione per la persistente violazione dei principi cardine dell’Unione Europea in materia di tutela ambientale e rispetto del diritto comunitario.
Il caso Ilva, un capitolo complesso e doloroso per l’Italia, ha visto protrarsi per anni problematiche legate a emissioni industriali nocive, rischi per la salute pubblica e degrado ambientale, con ripercussioni significative sulle comunità locali.
Nonostante l’apertura di una procedura d’infrazione nel 2013, che avrebbe dovuto innescare un percorso volto a garantire il rispetto delle normative europee, l’efficacia dell’azione correttiva intrapresa dalla Commissione è stata messa in discussione.
L’indagine dell’Ombudsman si configura come un’occasione per scrutinare a fondo il processo decisionale europeo e valutarne l’imparzialità.
Non si tratta semplicemente di accertare se la Commissione abbia correttamente seguito le procedure previste, ma anche di analizzare la sua capacità di bilanciare gli interessi economici, la sovranità nazionale e l’imperativo della protezione ambientale.
L’iter sanzionatorio, iniziato con la prima lettera di costituzione in mora inviata a Roma, deve essere esaminato nella sua interezza per comprendere i ritardi, le eventuali omissioni e le ragioni che potrebbero aver motivato l’apparente inerzia.
La richiesta di un resoconto dettagliato entro il 30 settembre impone alla Commissione di fornire elementi concreti e inconfutabili che dimostrino l’impegno profuso per risolvere la questione, illustrando le misure preventive e correttive implementate, i dialoghi intercorsi con le autorità italiane e le difficoltà incontrate.
Tale documentazione sarà sottoposta a un’attenta valutazione da parte del Mediatore, che potrà formulare raccomandazioni volte a migliorare l’efficacia dell’azione europea e a prevenire situazioni simili in futuro.
L’indagine dell’Ombudsman non solo illumina un caso specifico, ma solleva interrogativi più ampi sulla governance europea, sul ruolo della Commissione nella tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e sulla necessità di garantire un’applicazione uniforme e rigorosa del diritto comunitario, soprattutto in settori sensibili come quello ambientale e industriale.
Il risultato di questa indagine avrà implicazioni significative per il rapporto tra l’Unione Europea e i suoi Stati membri, e potrebbe contribuire a rafforzare il principio di legalità e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee.