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giovedì 6 Novembre 2025

Inflazione in calo: ISTAT traccia un quadro di stabilizzazione.

Le proiezioni preliminari, elaborate dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) per il mese di ottobre 2025, delineano un quadro economico caratterizzato da un’attenuazione significativa dell’inflazione.
L’Indice Nazionale dei Prezzi al Consumo per l’intera collettività (NIC), escludendo i tabacchi, mostra una diminuzione dello 0,3% rispetto al mese precedente e un incremento dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, un rallentamento tangibile rispetto all’1,6% registrato nel mese immediatamente precedente.
Questa decelerazione, che segna un punto di svolta rispetto alle crescenti pressioni inflazionistiche degli anni precedenti, riflette un’evoluzione complessa di dinamiche di mercato a livello nazionale.

L’effetto preponderante è attribuibile a una inversione di tendenza nei prezzi dell’energia.

In particolare, i prodotti energetici regolamentati, che avevano trainato l’inflazione con aumenti considerevoli, mostrano ora una contrazione tendenziale, passando da un aumento del 13,9% a una diminuzione dell’0,8%.

Questa flessione è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui l’evoluzione dei prezzi internazionali delle materie prime, le politiche governative di sostegno alle famiglie e alle imprese, e un possibile cambiamento nelle condizioni meteorologiche che incide sulla domanda energetica.

Parallelamente, si registra un significativo raffreddamento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati.
L’aumento tendenziale, che aveva precedentemente raggiunto il 4,8%, si è ora ridotto all’1,9%.

Questa diminuzione può essere imputata a una serie di elementi, come la stabilizzazione delle condizioni climatiche che favorisce i raccolti, una diminuzione della domanda interna (possibilmente legata a una contrazione del reddito disponibile) e una maggiore efficienza delle filiere agroalimentari.
Infine, sebbene in misura minore rispetto all’energia e all’alimentare, si osserva un rallentamento anche nei servizi relativi ai trasporti, con un aumento tendenziale che scende dal 2,4% al 2,0%.

Questo dato riflette, verosimilmente, l’effetto complessivo di politiche di riduzione delle accise sui carburanti e una stabilizzazione dei costi operativi delle compagnie di trasporto.
L’andamento complessivo, pur con le dovute cautele e la necessità di successive revisioni, suggerisce una progressiva stabilizzazione dei prezzi e una riduzione delle pressioni inflazionistiche, con implicazioni potenzialmente positive per il potere d’acquisto delle famiglie e per la ripresa economica del Paese.

Tuttavia, è fondamentale monitorare attentamente l’evoluzione dei mercati internazionali e l’impatto di eventuali shock esterni, che potrebbero ancora influenzare l’andamento dei prezzi nei prossimi mesi.
L’analisi dell’ISTAT sottolinea la necessità di un approccio prudente e attento nella gestione delle politiche economiche, volto a consolidare la stabilizzazione dei prezzi e a promuovere una crescita sostenibile nel lungo periodo.

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