Il quadro negoziale che sta emergendo tra l’esecutivo e il sistema finanziario italiano delineerebbe una convergenza di interessi su più fronti, con un’attenzione particolare alle leve fiscali che impattano sulle banche e, in prospettiva, sul comparto assicurativo.
L’intesa, quasi definitiva, pare ruotare attorno a una cruciale revisione delle imposte indirette applicate al settore bancario, in particolare sull’IRAP.
L’iniziale proposta di un incremento dello 0,5% sull’IRAP, percepita come un onere eccessivo per gli istituti di credito in un contesto economico già complesso, sembra destinata a essere archiviata.
Questa concessione da parte del governo, tuttavia, non avviene a titolo gratuito.
In cambio, il governo starebbe chiedendo una maggiore stringenza nell’ambito della deducibilità delle perdite pregresse, meccanismo che consente alle banche di ridurre la base imponibile dell’IRAP.
L’inasprimento della riduzione già contemplata nella legge di bilancio implica una revisione più rigorosa dei criteri e dei limiti alla deducibilità di queste perdite.
Questo approccio riflette un tentativo di bilanciare le esigenze di alleggerimento fiscale per le banche con la necessità di garantire la sostenibilità finanziaria del Paese e la trasparenza nel trattamento delle problematiche finanziarie accumulate.
La modifica introduce una maggiore responsabilizzazione degli istituti, sollecitandoli a ripulire i propri bilanci da passività storiche, pur offrendo un incentivo alla ripresa e alla crescita.
Le implicazioni di questo accordo si estendono oltre il settore bancario, incrociando il comparto assicurativo.
Sebbene i dettagli siano ancora in fase di definizione, l’intesa generale sulla politica fiscale e sulla gestione del rischio finanziario potrebbe influenzare le future normative riguardanti le assicurazioni, suggerendo una tendenza verso una maggiore attenzione alla sostenibilità finanziaria e alla responsabilità degli operatori del settore.
La manovra, nel suo complesso, si pone come un tentativo di mediazione tra le richieste di alleggerimento fiscale delle istituzioni finanziarie e le esigenze di consolidamento delle finanze pubbliche, delineando un nuovo paradigma di collaborazione tra Stato e settore finanziario, finalizzato a sostenere la crescita economica e la stabilità finanziaria del Paese.
La sua implementazione sarà cruciale per valutare l’effettivo impatto sulla competitività del sistema finanziario italiano e sulla sua capacità di contribuire alla ripresa economica generale.





