L’inasprimento della disciplina fiscale applicata alle locazioni turistiche, concretizzato nell’aumento dell’aliquota della cedolare secca dal 21% al 26%, solleva interrogativi significativi e rischia di generare distorsioni nel mercato immobiliare.
L’analisi di Mauro Orefice, presidente del Coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti, evidenzia una potenziale conseguenza paradossale: l’incremento della pressione fiscale potrebbe, in realtà, favorire l’espansione di un mercato sommerso di affitti brevi non dichiarati.
Questo meccanismo, apparentemente controintuitivo, affonda le sue radici in una complessa interazione di fattori economici e comportamentali.
L’aumento dell’aliquota, infatti, riduce l’attrattività della cedolare secca, regime semplificato che offre vantaggi fiscali in cambio della dichiarazione e del pagamento delle imposte dovute.
Di conseguenza, proprietari di immobili destinati al breve termine, soprattutto quelli con redditi relativamente bassi o che operano su piccola scala, potrebbero essere incentivati a operare nell’illegalità, evitando così l’onere fiscale.
Il fenomeno non è nuovo; il mercato degli affitti brevi, soprattutto nelle città d’arte e nelle zone turistiche più gettonate, ha già mostrato una tendenza all’evasione fiscale e alla sottodichiarazione dei redditi.
L’inasprimento della disciplina, anziché arginare il problema, rischia di amplificarlo, creando un ambiente competitivo sleale e danneggiando i contribuenti che operano nel rispetto delle regole.
Al di là dell’aspetto meramente fiscale, la questione solleva interrogativi più ampi sull’impatto delle locazioni brevi sul tessuto urbano e sociale.
L’aumento dell’offerta di alloggi turistici, spesso a scapito della disponibilità di immobili per residenti, ha contribuito ad aumentare i prezzi degli affitti e a rendere più difficile l’accesso alla casa per i cittadini.
L’evasione fiscale, a sua volta, aggrava ulteriormente la situazione, privando lo Stato di risorse preziose che potrebbero essere destinate a servizi pubblici e a politiche sociali.
Una soluzione efficace al problema richiede un approccio multifattoriale.
Non è sufficiente semplicemente aumentare le imposte; è necessario rafforzare i controlli, semplificare gli adempimenti burocratici, promuovere la trasparenza del mercato e incentivare la collaborazione tra le piattaforme online e le autorità fiscali.
Inoltre, è fondamentale adottare misure per favorire la disponibilità di alloggi a prezzi accessibili per i residenti, garantendo un equilibrio sostenibile tra il turismo e il benessere della comunità locale.
Solo attraverso un quadro normativo chiaro, controlli efficaci e politiche mirate sarà possibile contrastare l’evasione fiscale e mitigare gli effetti negativi delle locazioni brevi, preservando al contempo i benefici economici che il turismo può offrire.







