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giovedì 23 Ottobre 2025

Manovra: Crescita a rischio, un bilancio contro l’Italia?

La recente pubblicazione dei documenti preparatori della legge di bilancio solleva interrogativi profondi e contrastanti riguardo alla sua effettiva capacità di sostenere la tenuta socio-economica nazionale.

Lungi dall’essere un atto di indirizzo volto a promuovere la crescita e il benessere collettivo, la Manovra, come appare dalle analisi approfondite, rischia di configurarsi come un freno allo sviluppo e un impoverimento delle opportunità per i lavoratori e per il tessuto produttivo del Paese.
L’assenza di una visione strategica orientata a investimenti mirati e a interventi strutturali, che stimolino la creazione di nuove opportunità occupazionali e l’innovazione, appare immediatamente evidente.
Le risorse destinate a settori cruciali come l’istruzione, la ricerca, le infrastrutture e la transizione ecologica, risultano insufficienti per affrontare le sfide del futuro e colmare i divari esistenti.

Questa carenza di investimenti non solo compromette la competitività del sistema Paese nel lungo periodo, ma alimenta anche una spirale di stagnazione e precarietà nel presente.
Il bilancio previsto, pur presentando numeri apparentemente positivi, nasconde una realtà ben più complessa.

La proiezione di una crescita moderata si basa su presupposti fragili e su una fiducia eccessiva nella capacità del mercato di auto-correggersi.

In assenza di politiche attive di sostegno alla domanda interna e di misure concrete per ridurre il debito pubblico in modo sostenibile, la crescita rischia di essere effimera e insufficiente a contrastare i problemi strutturali dell’economia italiana.
Un elemento particolarmente preoccupante è l’impatto della Manovra sui lavoratori.

La mancanza di interventi a favore dell’occupazione giovanile, l’assenza di misure per contrastare il precariato e la stagnazione dei salari rischiano di acuire le disuguaglianze sociali e di compromettere il potere d’acquisto delle famiglie.

In un contesto di inflazione persistente e di incertezza economica, questa situazione può generare tensioni sociali e alimentare un senso di frustrazione diffuso.
Inoltre, la Manovra sembra trascurare l’importanza di una transizione verso un’economia più sostenibile e resiliente.
La mancanza di investimenti in energie rinnovabili, efficienza energetica e mobilità sostenibile rischia di compromettere gli obiettivi di decarbonizzazione e di aumentare la dipendenza dai combustibili fossili.
Questo non solo danneggia l’ambiente, ma espone anche il Paese a rischi geopolitici e a fluttuazioni dei prezzi dell’energia.

In definitiva, la Manovra presenta una visione miope e inadeguata per affrontare le sfide del XXI secolo.

È necessario un cambio di paradigma, che metta al centro la crescita inclusiva, la sostenibilità ambientale e la tutela dei diritti dei lavoratori.

Solo attraverso un approccio strategico e lungimirante sarà possibile costruire un futuro prospero e equo per l’Italia.
Si rende urgente una revisione profonda delle priorità e un impegno concreto per investire nel capitale umano, nell’innovazione e nella transizione ecologica, ponendo fine a questa politica di tagli indiscriminati e misure provvisorie che stanno impoverendo il Paese.

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