Rientro ora da un intenso giro di incontri nelle Marche, un territorio vibrante di energia imprenditoriale e legato profondamente alla sua identità costiera.
Ho avuto l’opportunità di confrontarmi direttamente con gli operatori balneari, custodi di un patrimonio naturale e culturale inestimabile, e con i sindaci, che quotidianamente si confrontano con le sfide e le opportunità del territorio.
Mi scuso per la fretta, ma l’urgenza di affrontare le questioni prioritarie che attendono in ufficio mi impone una gestione rigorosa del tempo.
Tuttavia, vorrei cogliere l’occasione per riflettere su un tema ricorrente che emerge da questi incontri, un tema che affonda le radici nella storia e nell’attesa di un popolo: la realizzazione di opere infrastrutturali fondamentali per lo sviluppo e la coesione nazionale.
Mercoledì prossimo, alle ore 12:30, si terrà l’approvazione del progetto definitivo per il ponte sullo Stretto di Messina.
Un momento cruciale, non solo per la sua valenza ingegneristica, ma soprattutto per il significato simbolico che esso riveste.
Il ponte, da decenni oggetto di discussioni e promesse non mantenute, rappresenta molto di più di una semplice connessione fisica tra due sponde.
È un emblema della volontà di superare divisioni geografiche e culturali, di favorire l’integrazione e di creare nuove opportunità di crescita.
È doveroso, tuttavia, affrontare questa approvazione con senso di responsabilità e consapevolezza delle complessità che la caratterizzano.
Il progetto, per essere realmente efficace e sostenibile, deve tenere conto non solo degli aspetti tecnici ed economici, ma anche delle implicazioni ambientali e sociali.
È fondamentale coinvolgere attivamente le comunità locali, ascoltare le loro esigenze e preoccupazioni, e garantire che il ponte diventi uno strumento di sviluppo inclusivo e partecipato.
La realizzazione di un’opera di tale portata richiede un approccio multidisciplinare, che integri competenze ingegneristiche, economiche, ambientali e sociali.
È necessario un impegno costante da parte di tutte le istituzioni coinvolte, un dialogo aperto e trasparente con i cittadini, e una visione strategica a lungo termine.
Il ponte sullo Stretto non è solo un’opera di ingegneria, ma un investimento nel futuro, un segno tangibile della volontà di costruire un’Italia più coesa, efficiente e competitiva.
Spero che questa volta le promesse vengano mantenute e che il ponte diventi finalmente una realtà, portando benefici concreti a tutta la nazione.