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giovedì 6 Novembre 2025

Mercati al collasso: -22,4% in dieci anni, un patrimonio perduto.

Il tessuto dei mercati tradizionali e del commercio al dettaglio in spazi pubblici sta subendo una trasformazione significativa, caratterizzata da una progressiva erosione strutturale.

L’ultimo decennio ha segnato un declino preoccupante per questo comparto, un tempo pilastro dell’economia locale e punto di riferimento per comunità intere.

L’analisi comparativa tra il 2014 e il 2024 rivela una perdita quantitativa consistente: oltre 42.000 imprese hanno cessato l’attività, traducendosi in un crollo del 22,4% del numero complessivo.

Questa contrazione non è omogenea, ma si manifesta con intensità variabile a seconda delle specifiche categorie merceologiche.
La crisi è particolarmente acuta nel settore dell’abbigliamento, dei tessuti e delle calzature, dove si registra un crollo di quasi il 55%, un dato che riflette profondi cambiamenti nei modelli di consumo e nella concorrenza esercitata dalle piattaforme di e-commerce.
Anche il comparto alimentare, tradizionalmente considerato più resiliente, non è immune alla contrazione, con una riduzione del 18% che indica una crescente pressione sui margini e una maggiore competizione con la grande distribuzione organizzata e con i negozi specializzati.

Questa perdita di imprese non è semplicemente una questione di numeri; rappresenta la scomparsa di un patrimonio di conoscenze artigianali, di relazioni sociali e di identità locale.
I mercati tradizionali erano spesso luoghi di incontro e di scambio culturale, dove si tramandavano saperi e si creavano legami tra produttori e consumatori.

La loro scomparsa impoverisce il tessuto sociale ed economico delle comunità.
Diversi fattori contribuiscono a questa tendenza al declino.

L’avvento dell’e-commerce, con la sua capacità di offrire prezzi competitivi e un’ampia scelta di prodotti, ha accentuato la pressione sui negozi fisici.

L’aumento dei costi operativi, come l’affitto di spazi commerciali e le tasse, ha reso sempre più difficile per le piccole imprese rimanere competitive.

La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente aggravato la situazione, costringendo molti negozi a chiudere temporaneamente e accelerando il passaggio dei consumatori all’online.
Tuttavia, la contrazione dei mercati tradizionali non è una condanna ineluttabile.

Per invertire questa tendenza, è necessario un approccio strategico che coinvolga istituzioni pubbliche, associazioni di categoria e imprenditori.
Interventi mirati potrebbero includere: la semplificazione burocratica per l’apertura e la gestione di attività commerciali; il sostegno finanziario per la ristrutturazione e la digitalizzazione dei negozi; la promozione del commercio di prossimità come valore aggiunto per le comunità; la valorizzazione dei prodotti locali e dell’artigianato; e l’implementazione di iniziative di marketing per attrarre nuovi clienti e fidelizzare quelli esistenti.
È fondamentale riconoscere il ruolo strategico dei mercati tradizionali e del commercio al dettaglio in spazi pubblici come elementi imprescindibili per la vitalità economica e sociale del Paese.

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