giovedì 7 Agosto 2025
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Mercati europei: cautela tra dazi USA e dati contrastanti

Le principali piazze finanziarie europee navigano in acque agitate, segnate da un ottimismo prudente in seguito alle nuove misure protezionistiche annunciate dagli Stati Uniti.
L’indice Stoxx 600, barometro della performance complessiva del mercato azionario europeo, mostra una fluttuazione contenuta, con il settore tecnologico che emerge come un elemento di debolezza.

La prospettiva di dazi doganali, potenzialmente elevati fino al 100% per i produttori di semiconduttori, innesca preoccupazioni, sebbene l’amministrazione Trump abbia mitigato il rischio per le aziende che pianificano investimenti sul suolo americano, introducendo delle eccezioni.

A Milano, il FTSE Mib consolida il supporto dei 41.000 punti, registrando un incremento dello 0,38%, mentre Parigi avanza dello 0,35%.

Francoforte recupera terreno (+0,44%), nonostante i dati deludenti relativi alla produzione industriale tedesca a giugno, che ha subito un calo dell’1,9%, superando le aspettative negative.

Madrid si distingue con una performance più solida (+0,64%), mentre Londra mostra un andamento negativo (-0,38%).
Anche la Borsa di Zurigo, con un modesto rialzo dello 0,07%, è penalizzata dalla prospettiva di dazi doganali elevati, pari al 39%.
I tentativi diplomatici della presidente svizzera a Washington, volti a scongiurare l’applicazione di tali tariffe, non hanno finora prodotto risultati tangibili, evidenziando la complessità della situazione geopolitica e le sue implicazioni economiche.

Il settore farmaceutico emerge come uno dei più vulnerabili, esposto alla minaccia di dazi potenzialmente devastanti, fino al 250%, che potrebbero compromettere la competitività delle aziende europee sui mercati internazionali.
Sul fronte del debito sovrano, lo spread tra i BTP italiani e i Bund tedeschi si mantiene stabile a quota 80 punti base, riflettendo un certo grado di fiducia nell’economia italiana, sebbene il rendimento del decennale italiano si attesti al 3,44%.

Le materie prime mostrano un quadro contrastante: il petrolio, sostenuto dalla ripresa della domanda globale, registra un aumento, con il WTI che si avvicina ai 65 dollari (+0,7%) e il Brent che supera i 67 dollari (+0,6%).

Al contrario, il prezzo del gas naturale continua a soffrire, rimanendo debole poco sopra i 33 euro al megawattora (-0,5%), spinto al ribasso da un aumento dell’offerta e da una domanda più contenuta.
Infine, l’euro continua a rafforzarsi nei confronti del dollaro, attestandosi a 1,1694, segno di una crescente fiducia nell’economia dell’area euro, nonostante le incertezze legate alle tensioni commerciali.
La dinamica valutaria riflette un complesso intreccio di fattori, tra cui le aspettative relative alla politica monetaria delle due principali banche centrali e le prospettive di crescita economica.

L’evoluzione di questi indicatori sarà cruciale per determinare la direzione dei mercati finanziari nei prossimi mesi.

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