L’oro, metallo che da secoli incarna sicurezza e valore rifugio, ha superato una significativa barriera psicologica, riconquistando livelli superiori ai 4.000 dollari l’oncia.
L’apertura delle contrattazioni future con consegna a dicembre ha visto il prezzo fissarsi inizialmente a 4.020,30 dollari, un segnale di forte domanda e di un sentimento di mercato improntato all’incertezza.
Questa performance, seppur temperata da una leggera flessione del contratto spot, attestatosi a 4.006,71 dollari (-0,44%), riflette un contesto globale caratterizzato da un’elevata volatilità e da una crescente preoccupazione per l’inflazione persistente e per le turbolenze geopolitiche.
L’oro, tradizionalmente, beneficia di un dollaro debole, che rende il metallo prezioso più conveniente per gli acquirenti che utilizzano altre valute.
Tuttavia, l’attuale scenario è più complesso e sfaccettato.
Sebbene la politica monetaria accomodante, auspicata da molti per mitigare i rischi di recessione, potrebbe in futuro deprimere il valore del dollaro, i timori per l’inflazione, ancora sopra i target delle banche centrali, continuano a spingere gli investitori verso asset considerati “safe haven”.
L’oro, in questo contesto, non è solo un bene rifugio contro l’inflazione, ma anche una protezione contro l’incertezza economica e politica.
La guerra in Ucraina, le tensioni tra Stati Uniti e Cina, e le elezioni imminenti in diverse economie avanzate contribuiscono a creare un clima di avversione al rischio che favorisce l’oro.
L’incremento del prezzo dell’oro è inoltre sostenuto da una domanda robusta da parte dei settori emergenti, in particolare dall’India e dalla Cina.
Queste due nazioni, con le loro popolazioni numerose e in crescita, tradizionalmente utilizzano l’oro come forma di risparmio e come protezione contro la svalutazione della moneta locale.
L’aumento del reddito disponibile in queste aree amplifica la domanda e contribuisce ad alimentare l’aumento del prezzo.
Inoltre, l’interesse per l’oro da parte degli Exchange Traded Funds (ETF), fondi negoziati in borsa che detengono oro fisico, è aumentato, sebbene con qualche fluttuazione, segnalando un rinnovato appetito per l’oro istituzionale.
Questo afflusso di capitali rafforza ulteriormente il sostegno al prezzo.
Analisti di mercato sottolineano che la volatilità potrebbe persistere nel breve termine, influenzata da dati economici, decisioni delle banche centrali e sviluppi geopolitici.
Tuttavia, il momentum rialzista sembra robusto, suggerendo che l’oro potrebbe continuare a salire, potenzialmente verso nuovi massimi storici, a meno che non si verifichino eventi inattesi che alterino radicalmente il panorama economico e finanziario globale.
La resilienza del prezzo, anche in presenza di correzioni temporanee, testimonia la sua continua importanza come asset strategico per la gestione del rischio e come indicatore della fiducia degli investitori.






