La Corte dei Conti ha sollevato un’ampia serie di interrogativi sulla validità della delibera che ha autorizzato il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, esplicitando le sue riserve in un dettagliato rapporto di sei pagine.
Il documento, trasmesso alla presidenza del Consiglio dei Ministri, non si limita a esprimere dubbi, ma ne ricostruisce, con precisione cronologica, l’iter burocratico e decisionale che ha portato il Comitato Interministeriale per la Pianificazione del Trattato (Cipess) a dare luce verde all’opera.
L’istruttrice del caso, la magistrata Valeria Fran, nel suo resoconto, pone l’attenzione su una serie di incongruenze e lacune che emergono dall’analisi dei passaggi tra le diverse amministrazioni coinvolte.
Le richieste di chiarimenti sono molteplici e riguardano sia gli aspetti procedurali, che sollevano interrogativi sulla correttezza del processo decisionale, sia quelli tecnici, che mettono in discussione la sostenibilità e la fattibilità dell’opera.
Il rapporto non si limita a un’analisi formale, ma approfondisce le implicazioni economiche e ambientali del progetto.
Vengono esaminati i costi stimati, spesso rivisti al rialzo nel corso del tempo, e le possibili alternative per il collegamento tra Sicilia e Calabria.
L’attenzione è rivolta anche all’impatto sull’ecosistema marino e sulla biodiversità locale, con un’analisi delle valutazioni ambientali effettuate e delle eventuali criticità.
Un punto cruciale del rapporto riguarda la gestione dei rischi e delle responsabilità.
La Corte dei Conti si interroga sulla chiarezza degli obblighi assunti dai soggetti coinvolti nella realizzazione del ponte e sulla capacità di gestire eventuali imprevisti o ritardi.
Vengono inoltre sollevati dubbi sulla trasparenza delle procedure di appalto e sulla possibilità di conflitti di interesse.
La ricostruzione della magistrata Fran evidenzia come il progetto, fin dalle sue origini, sia stato caratterizzato da una complessità burocratica e tecnica che ha reso difficile una valutazione completa e obiettiva.
La Corte dei Conti, con il suo rapporto, non intende negare a priori la possibilità di un collegamento tra Sicilia e Calabria, ma invita a un ripensamento critico e responsabile del progetto, basato su dati certi, valutazioni indipendenti e un ampio coinvolgimento delle parti interessate.
Si sottolinea la necessità di una visione strategica che tenga conto non solo degli aspetti infrastrutturali, ma anche delle esigenze socio-economiche e ambientali del territorio.
Il documento rappresenta un monito a evitare scelte affrettate e a perseguire soluzioni innovative e sostenibili per il futuro del Mezzogiorno.







