mercoledì 23 Luglio 2025
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Risparmio in crescita: italiani più previdenti, focus sulla pensione

L’anno 2025 segna un punto di svolta nel panorama del risparmio italiano.
Un’indagine congiunta tra Intesa Sanpaolo e il Centro Einaudi rivela un dato significativo: il tasso di italiani che mettono da parte risorse finanziarie raggiunge il 58%, il picco più alto degli ultimi due decenni.
Questa evoluzione, che vede un’accelerazione rispetto al 52% del 2023 e al 56% del 2024, testimonia un cambiamento profondo nelle abitudini e nelle percezioni delle famiglie italiane, in netto contrasto con il minimo storico del 39% registrato nel 2014.

L’analisi, condotta su un campione rappresentativo di 1.
500 individui, mette in luce differenze rilevanti tra i diversi segmenti demografici.

Gli uomini (61%) dimostrano una maggiore propensione al risparmio rispetto alle donne (57%), una tendenza correlata anche al livello di istruzione.

Tuttavia, l’aspetto più interessante è l’emergere di una nuova categoria di risparmiatori: i “risparmiatori intenzionali”.

Questi individui, che rappresentano il 38% del totale, non si limitano all’accantonamento precauzionale per affrontare imprevisti, ma pianificano attivamente il futuro, definendo obiettivi specifici come l’acquisto di una casa, la crescita dei figli o la preparazione alla pensione.

Questa spinta alla pianificazione strategica suggerisce una maggiore consapevolezza finanziaria e una proattività nella gestione del proprio futuro economico.

Il timore per la pensione, elemento cruciale nel panorama finanziario italiano, si fa sentire con forza, alimentando una crescente domanda di strumenti di previdenza complementare.

La percentuale di italiani che ha aderito a forme pensionistiche integrative è quasi raddoppiata negli ultimi quindici anni, raggiungendo il 24,5% del campione, evidenziando una preoccupazione che si estende a tutte le generazioni.

Questa tendenza è strettamente legata alla crescente incertezza sul futuro del sistema pensionistico pubblico e alla necessità di garantire un tenore di vita adeguato anche dopo il termine dell’attività lavorativa.

La proprietà immobiliare continua a rappresentare un pilastro fondamentale del patrimonio familiare italiano, con quasi l’80% degli intervistati che risiede in abitazioni di proprietà.

Questa preferenza riflette non solo un investimento considerato sicuro e tangibile, ma anche una radicata cultura della proprietà e un senso di stabilità che l’affitto non può offrire.

Un elemento di particolare rilevanza è l’evoluzione del ruolo delle persone anziane (“silver age”, 60-85 anni).

Lontano dall’essere semplici beneficiari di welfare, i “silver” si configurano come attivi agenti economici, capaci di influenzare il mercato e sostenere il tessuto sociale.

Pur mantenendo una forte componente di risparmio precauzionale, soprattutto tra gli over 80, legato alle preoccupazioni sanitarie e alle incertezze del futuro, questi individui svolgono un ruolo fondamentale nel welfare familiare, fornendo supporto economico e assistenza a figli e nipoti.

Il loro contributo non si limita al mero sostegno finanziario, ma include anche la trasmissione di competenze, esperienze e valori, rafforzando il legame intergenerazionale e contribuendo alla coesione sociale.

La loro capacità di adattamento e resilienza, unita alla saggezza accumulata nel corso degli anni, li rende un patrimonio inestimabile per la società italiana.

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