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Rivalità USA-Cina: Pechino blocca l’IA di Nvidia

La morsa della crescente rivalità tecnologica tra Stati Uniti e Cina si stringe, manifestandosi in un’azione dirompente che colpisce direttamente uno dei pilastri dell’innovazione globale: l’intelligenza artificiale.
Pechino ha infatti imposto una restrizione significativa, vietando alle sue principali aziende tecnologiche, tra cui giganti come ByteDance e Alibaba, dall’acquistare specifiche unità di elaborazione grafica (GPU) destinate all’intelligenza artificiale prodotte da Nvidia.

La direttiva, emessa dalla Cyberspace Administration of China (CAC), mira in particolare al chip RTX Pro 6000D, un prodotto progettato da Nvidia per il mercato cinese, ma capace di essere impiegato in applicazioni di IA di elevata complessità.
Questa decisione rappresenta un atto di sovranità tecnologica, volto a ridurre la dipendenza della Cina da fornitori esteri, in primis americani, nel settore cruciale dei semiconduttori.
La dipendenza tecnologica, percepita come vulnerabilità strategica, spinge Pechino a coltivare un’autonomia sempre maggiore, investendo massicciamente nella ricerca e sviluppo di tecnologie proprie, e incentivando la produzione nazionale.

Il divieto su Nvidia non è quindi un episodio isolato, ma sintomo di un disegno più ampio volto a riposizionare la Cina come leader tecnologico a livello mondiale.
L’impatto immediato si è fatto sentire sui mercati finanziari, con un calo del 2,74% del valore delle azioni Nvidia a Wall Street.
Il CEO Jensen Huang, presente a Londra per la visita ufficiale di Donald Trump, ha espresso pubblicamente la sua delusione, descrivendo le fluttuazioni del business Nvidia in Cina come un’esperienza altalenante.
Questa affermazione sottolinea la complessità del rapporto tra Nvidia e il mercato cinese, un mercato cruciale per le entrate dell’azienda, ma sempre più soggetto a dinamiche geopolitiche imprevedibili.

Il divieto solleva interrogativi significativi sulle future dinamiche del mercato dell’IA.
Potrebbe accelerare lo sviluppo di alternative cinesi ai chip Nvidia, stimolando l’innovazione locale, ma potrebbe anche ostacolare temporaneamente la crescita di aziende che dipendono da queste tecnologie avanzate.

La CAC, agendo in questo modo, non solo mira a proteggere la sicurezza nazionale, ma anche a esercitare un controllo più stringente sull’utilizzo dell’IA, garantendo che sia allineata con gli obiettivi politici e sociali del governo cinese.
L’azione si inserisce in un contesto più ampio di controllo e regolamentazione dell’intelligenza artificiale, un tema sempre più centrale nel dibattito globale.

Il futuro del settore, e il suo sviluppo, sembrano destinati a essere profondamente influenzati da questo nuovo scenario geopolitico.

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