Il fronte sindacale, guidato dalla Cgil, si appresta a un’azione dirompente con uno sciopero generale nazionale, in risposta a una manovra finanziaria percepita come profondamente iniqua e penalizzante per i lavoratori.
La definizione utilizzata dal segretario generale Maurizio Landini, “ingiusta e balorda”, incapsula l’insofferenza e la preoccupazione diffuse all’interno del sindacato, che vede nella manovra un’erosione dei diritti acquisiti e un aumento delle disuguaglianze sociali.
La protesta, che interesserà settori strategici quali l’industria, l’istruzione, l’assistenza sanitaria e i trasporti, rappresenta una risposta diretta a politiche considerate insufficienti a fronteggiare l’attuale contesto economico, caratterizzato da inflazione persistente e crescenti difficoltà per le famiglie.
Il sindacato intende così esercitare una pressione significativa sul governo, al fine di indurre un ripensamento degli orientamenti di politica economica e una maggiore attenzione alle esigenze dei lavoratori.
L’annuncio dello sciopero ha riacceso la dialettica conflittuale tra il sindacato e l’esecutivo, con accuse reciproche e posizioni diametralmente opposte.
In particolare, il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha sollevato dubbi sulla natura strumentale dello sciopero, evidenziando una coincidenza, a suo dire sospetta, tra la scelta del giorno di protesta (venerdì) e le precedenti azioni di forza sindacale.
Salvini ha accusato il sindacato di irresponsabilità, rimarcando il disagio causato ai cittadini e definendo la protesta come una “battaglia ideologica” combattuta a spese dei lavoratori.
La replica di Landini ha respinto con fermezza le accuse, ribadendo la natura di risposta sociale e non politica dello sciopero.
La scelta del venerdì, ha spiegato, è stata dettata dalla volontà di massimizzare la partecipazione popolare, rendendo più agevole per i lavoratori la possibilità di unirsi alle manifestazioni.
La polemica si è estesa anche a livello di rappresentanti di categoria, con il segretario generale della Filt, Stefano Malorgio, che ha invitato il ministro Salvini a concentrarsi sulla risoluzione delle problematiche concrete legate alla mobilità, piuttosto che cercare capri espiatori in azioni di protesta legittime e necessarie.
Lo sciopero generale non è quindi solo una contestazione della manovra finanziaria, ma si configura come un monito all’indirizzo del governo, volto a sollecitare un cambio di rotta nelle politiche sociali ed economiche, e a riaffermare il ruolo del sindacato come voce dei lavoratori e garante dei loro diritti.
L’azione di protesta sottolinea la crescente frattura tra le istanze del mondo del lavoro e le scelte del governo, preannunciando un periodo di confronto acceso e potenzialmente destabilizzante per il paese.





