Il quadro economico del Sud Italia nel 2024 rivela una dinamica complessa, caratterizzata da segnali di miglioramento che coesistono con persistenti divari territoriali.
Il reddito disponibile per abitante, sebbene in crescita rispetto all’anno precedente, si attesta a 17.800 euro, un valore che, pur rappresentando un progresso, rimane significativamente inferiore a quello del Centro-Nord, dove raggiunge i 25.900 euro.
Questa disparità, che incide per quasi il 30% a svantaggio del Mezzogiorno, riflette una radicata disuguaglianza strutturale che va oltre la semplice analisi congiunturale.
L’analisi dei conti economici territoriali, elaborata dall’ISTAT, evidenzia una crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) a livello nazionale (+0,7%), ma con velocità differenti a seconda delle aree geografiche.
Il Nord-Ovest si distingue per una performance più robusta (+1%), seguito dal Centro (+0,8%), mentre il Mezzogiorno registra un incremento più moderato (+0,7%), e il Nord-Est, storicamente locomotiva dell’economia italiana, mostra un rallentamento (+0,1%).
Questa diversificazione delle performance sottolinea come la ripresa economica non sia omogenea e richieda interventi mirati per colmare i gap territoriali.
Un elemento di ottimismo emerge dall’andamento dell’occupazione.
Nel Sud, la crescita degli occupati (+2,2%) ha superato la media nazionale (+1,6%), suggerendo una maggiore capacità di assorbimento del lavoro da parte delle imprese locali.
Tuttavia, è cruciale analizzare la qualità di questi nuovi posti di lavoro: si tratta di contratti a tempo indeterminato o di forme contrattuali precarie? Una valutazione approfondita è necessaria per comprendere se questa crescita occupazionale contribuisca effettivamente a una riduzione delle disuguaglianze e a un miglioramento del tenore di vita delle famiglie meridionali.
Al di là dei numeri, è fondamentale considerare i fattori che influenzano questa situazione.
La carenza di infrastrutture, la burocrazia farraginosa, la difficoltà di accesso al credito per le piccole e medie imprese, la fuga di cervelli e la scarsa propensione all’innovazione sono alcune delle criticità che frenano lo sviluppo del Sud.
L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’opportunità unica per rilanciare l’economia meridionale, ma è essenziale garantire che i fondi siano spesi in modo efficiente e trasparente, indirizzandoli verso progetti che favoriscano la crescita sostenibile e la creazione di occupazione di qualità.
In conclusione, la crescita del reddito disponibile e l’aumento dell’occupazione nel Mezzogiorno sono segnali incoraggianti, ma non sufficienti a cancellare le profonde disuguaglianze che ancora persistono.
Un approccio integrato, che coinvolga il governo centrale, le amministrazioni regionali e locali, il settore privato e le parti sociali, è indispensabile per promuovere uno sviluppo equilibrato e duraturo, in grado di garantire a tutti gli italiani pari opportunità e un futuro prospero.





