Il governo italiano ha presentato ai sindacati un piano di transizione industriale ambizioso e accelerato per l’ex sito siderurgico di Taranto, delineando un percorso di decarbonizzazione radicale volto a posizionare l’Italia all’avanguardia in Europa per la produzione di acciaio a basse emissioni.
L’obiettivo, dichiarato con urgenza, è realizzare una trasformazione completa in un arco temporale di quattro anni, bilanciando la necessità di un cambiamento strutturale con l’imperativo di garantire la continuità operativa dell’impianto e, conseguentemente, preservare i posti di lavoro.
Il piano, che rappresenta una risposta complessa alle sfide ambientali, economiche e sociali derivanti dalla storia travagliata del sito, si articola attorno a diversi pilastri strategici.
Innanzitutto, è previsto un intervento significativo sul capitale umano, attraverso un programma di cassa integrazione aumentata inizialmente esteso a 5.700 lavoratori, con l’obiettivo di raggiungere le 6.000 unità.
Questa misura, pur temporanea, mira a sostenere i dipendenti durante le fasi di riconversione tecnologica e riorganizzazione dei processi produttivi.
Parallelamente, il governo è impegnato in trattative avanzate con potenziali investitori esteri, interessati ad acquisire il sito e a implementare le nuove tecnologie necessarie per la decarbonizzazione.
La due diligence, attualmente in corso, sta valutando la fattibilità tecnica ed economica del progetto, con particolare attenzione all’adozione di processi produttivi innovativi, come l’utilizzo di idrogeno verde o la cattura e stoccaggio del carbonio.
La trasformazione dell’acciaieria non si limita alla mera sostituzione di tecnologie obsolete, ma implica una riprogettazione radicale del modello produttivo.
Si punta a un’economia circolare, riducendo al minimo gli scarti e massimizzando il recupero di materiali riciclati.
Si intende, inoltre, promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuove leghe di acciaio a basso impatto ambientale, in grado di soddisfare le esigenze di settori chiave come l’automotive e le energie rinnovabili.
Un elemento cruciale del piano è la riqualificazione ambientale del territorio circostante, con interventi mirati alla bonifica dei siti contaminati e al recupero degli ecosistemi danneggiati.
Questo impegno si inserisce in un contesto più ampio di sostenibilità ambientale, volto a ridurre l’impronta ecologica dell’industria siderurgica italiana e a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello nazionale ed europeo.
Il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità di creare una sinergia tra governo, sindacati, management dell’azienda e investitori, condividendo una visione comune e un impegno reciproco.
La sfida è complessa, ma l’opportunità di trasformare un sito industriale in una piattaforma per l’innovazione sostenibile e la creazione di posti di lavoro qualificati è un’opportunità troppo importante per essere lasciata cadere.
L’obiettivo finale è non solo la produzione di acciaio “verde”, ma anche la creazione di un modello di sviluppo industriale resiliente, inclusivo e rispettoso dell’ambiente.







