Il sistema tributario italiano si presenta oggi come un labirinto complesso, le cui dinamiche interne rischiano di trasformarsi in una sorta di lotteria a premi incerti, con conseguenze spesso inique.
La radice di questa problematica affonda in una combinazione di fattori storici, tecnici e politici che hanno portato a una frammentazione normativa e a valutazioni immobiliari spesso distanti dalla realtà del mercato.
Il concetto di valore, elemento cardine per la determinazione dell’imponibile, risulta in molti casi ancorato a parametri obsoleti.
Le stime catastali, ad esempio, non sempre riflettono l’effettivo valore commerciale degli immobili, generando disparità nel carico fiscale tra aree geografiche differenti e tra diverse tipologie di proprietà.
Questo divario non è un mero dettaglio tecnico; esso si traduce in un trasferimento ingiusto di ricchezza, penalizzando chi possiede beni con valori inferiori rispetto a quanto stabilito dagli uffici tecnici erariali.
La sovrapposizione di diverse aliquote, a livello nazionale e locale, contribuisce ad amplificare questa situazione di confusione e disuguaglianza.
La ripartizione delle imposte tra Stato, Regioni ed enti locali, spesso basata su criteri non sempre trasparenti o coerenti, genera un mosaico di regole che rende difficile per i contribuenti orientarsi e comprendere appieno i propri obblighi.
La conseguenza diretta di questo sistema frammentato è una crescente sensazione di ingiustizia percepita dai cittadini.
Chi si trova a pagare imposte eccessive rispetto alle proprie reali capacità contributive, si sente penalizzato e scoraggiato.
Questo fenomeno erode la fiducia nelle istituzioni e compromette la coesione sociale.
È necessario un ripensamento radicale del sistema tributario italiano, che tenga conto della necessità di semplificare le regole, aggiornare i valori di riferimento e garantire una maggiore equità nella distribuzione del carico fiscale.
Un approccio moderno dovrebbe basarsi su criteri di trasparenza, efficienza e progressività, premiando il lavoro, l’innovazione e l’investimento, e penalizzando l’evasione e l’elusione fiscale.
L’adozione di strumenti di valutazione più precisi e aggiornati, l’armonizzazione delle aliquote e la razionalizzazione delle procedure amministrative sono passi fondamentali per costruire un sistema tributario più giusto, efficiente e socialmente accettabile.
Un sistema che non sia percepito come una lotteria, ma come uno strumento per finanziare servizi pubblici essenziali e promuovere lo sviluppo sostenibile del Paese.
La riforma del fisco non è solo una questione tecnica, ma una priorità politica e sociale che richiede un impegno condiviso da parte di tutte le forze in campo.





