L’evoluzione del panorama monetario globale si configura come un campo di battaglia silenzioso, dove le strategie delle principali potenze economiche si scontrano in una complessa partita a scacchi.
Al centro di questa contesa, il tema delle valute digitali emerge come un elemento di profonda importanza strategica, con implicazioni che vanno ben oltre la mera innovazione finanziaria.
L’attuale confronto tra l’approccio statunitense, orientato a promuovere l’adozione di stablecoin ancorate al dollaro, e l’iniziativa europea, mirata alla creazione di un euro digitale pubblico, rivela tensioni fondamentali e divergenze di visione sull’assetto futuro del sistema monetario internazionale.
La volatilità e l’imprevedibilità delle politiche economiche americane, incarnate durante l’amministrazione Trump e persistenti anche in contesti differenti, rappresentano un fattore di rischio significativo per la stabilità di qualsiasi accordo o collaborazione in questo ambito.
La Bce, consapevole di questa incertezza, sente l’urgenza di accelerare lo sviluppo dell’euro digitale, non solo per garantire l’indipendenza del sistema monetario europeo, ma anche per mitigare potenziali minacce derivanti dall’influenza americana.
Il timore primario della Banca Centrale Europea risiede nella capacità delle grandi piattaforme tecnologiche – i cosiddetti “Big Tech” – di veicolare e distribuire stablecoin statunitensi in Europa, aggirando così le normative e le politiche monetarie locali.
Immaginiamo Amazon o Meta (Facebook) che, sfruttando la loro capillare rete di utenti e servizi finanziari, introducano stablecoin ancorate al dollaro sul mercato europeo.
Questa manovra potrebbe erodere la sovranità monetaria dell’eurozona, ridurre l’efficacia della politica monetaria della Bce e potenzialmente destabilizzare il sistema finanziario europeo.
La facilità con cui queste piattaforme possono raggiungere un pubblico vasto, combinata con la loro capacità di innovazione e l’elevato livello di fiducia che gli utenti ripongono in esse, amplifica notevolmente il rischio percepito.
L’euro digitale, al contrario, si propone come un’alternativa sovrana e controllata, progettata per preservare l’integrità del sistema monetario europeo e garantire la stabilità finanziaria.
La sua creazione non è solo una questione tecnica, ma una decisione politica di fondamentale importanza, volta a rafforzare l’autonomia dell’Europa nel contesto economico globale.
L’esigenza di una risposta proattiva e coordinata è quindi imperativa, richiedendo un’analisi approfondita delle implicazioni geopolitiche e un’attenta valutazione dei rischi associati all’adozione di stablecoin private, controllate da entità estranee al sistema finanziario europeo.
La sfida consiste nel bilanciare l’innovazione con la necessità di preservare la stabilità e la sovranità monetaria.








