Nel panorama economico-sociale italiano del 2024, il settore del welfare – comprensivo di sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione – configura un pilastro fondamentale della spesa pubblica, assorbendo una quota significativa pari a 669,2 miliardi di euro, che supera il 60% del totale.
Questa rilevante allocazione di risorse, accentuata da un peso della previdenza sociale che incide per il 16% del Prodotto Interno Lordo, contrasta con la media Eurozona, attestata al 12,3%, evidenziando un impegno nazionale particolarmente sentito verso la protezione sociale.
I dati, presentati durante il Welfare Italia Forum 2025, rivelano una tendenza inarrestabile alla crescita di tutte le componenti del welfare nell’intervallo 2019-2025: le politiche sociali registrano un incremento del 35,2%, la sanità del 24,8%, l’istruzione del 21,1% e la previdenza del 25,3%, riflettendo una crescente domanda di servizi e una pressione demografica e socio-economica in evoluzione.
Tuttavia, questa robusta spesa non elimina, e anzi, in alcuni casi esacerba, le disomogeneità territoriali che affliggono il Paese.
La distanza tra le amministrazioni pubbliche delle diverse regioni si allarga, acuendo le disuguaglianze preesistenti.
Questa frammentazione richiede urgentemente l’elaborazione e l’implementazione di una strategia nazionale integrata, capace di armonizzare le politiche e garantire un accesso equo ai servizi per tutti i cittadini.
Il Welfare Italia Index 2025, utilizzato come parametro di valutazione dell’efficienza e dell’efficacia delle pubbliche amministrazioni, individua le province autonome di Trento e Bolzano come eccellenze, rispettivamente con punteggi di 83,8 e 80,4, seguite dal Friuli-Venezia Giulia (78,3).
Al contrario, Campania, Basilicata e Calabria si posizionano ai vertici della graduatoria negativa, con punteggi che denotano margini di miglioramento significativi (62.0, 60.7 e 60.2 rispettivamente).
Un elemento critico, sottolineato durante il Forum, riguarda l’inadempienza di diverse regioni nell’erogazione dei servizi di prevenzione pubblica, un aspetto cruciale per la tutela della salute e la riduzione dei costi sanitari a lungo termine.
La necessità di una riorganizzazione regionale della sanità emerge come priorità, al fine di migliorare l’efficienza, l’accessibilità e la qualità dei servizi offerti.
Il presidente del Gruppo Unipol, Carlo Cimbri, ha focalizzato l’attenzione sulla qualità come elemento trainante per la competitività italiana, ribadendo che il welfare non può essere relegato a una funzione secondaria.
Al contrario, deve rappresentare un investimento strategico per il capitale umano e per la coesione sociale, contribuendo attivamente alla crescita economica e all’innovazione.
L’obiettivo primario di tutte le iniziative e i dibattiti affrontati durante il Forum è quello di indirizzare il Paese verso un percorso di sviluppo sostenibile, fondato su principi di equità, efficienza e qualità.
Questo implica una revisione profonda dei modelli di finanziamento, una maggiore attenzione alla prevenzione e alla promozione della salute, e un rafforzamento della collaborazione tra pubblico e privato.







