La recente dichiarazione di François Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia, ha acceso un dibattito cruciale nel panorama finanziario contemporaneo. La sua categorica risposta negativa a un ipotetico investimento in un “Trump bitcoin” – una criptovaluta presumibilmente legata alla figura e alle politiche di Donald Trump – trascende la semplice disapprovazione di un’operazione speculativa. Rappresenta, invece, una precisazione necessaria e un monito verso una comprensione più matura degli asset digitali, in particolare delle criptovalute.Villeroy de Galhau, con chiarezza, ha sottolineato un aspetto fondamentale: i Bitcoin e le criptovalute affini non sono valute nel senso tradizionale del termine. Questa distinzione, apparentemente tecnica, racchiude implicazioni profonde. Una vera valuta è supportata da una banca centrale, regolamentata da un governo e ampiamente accettata per transazioni quotidiane. Il suo valore è intrinsecamente legato alla stabilità economica di un paese e alla fiducia nella sua istituzioni.Le criptovalute, invece, operano in un ecosistema decentralizzato, al di fuori del controllo delle banche centrali e dei governi. Il loro valore è determinato unicamente dalla domanda e dall’offerta sul mercato, rendendole suscettibili a volatilità estreme e manipolazioni. La creazione di un “Trump bitcoin”, o di qualsiasi criptovaluta legata a una figura politica specifica, esacerba ulteriormente questo rischio, aggiungendo un elemento di speculazione ideologica e potenzialmente alimentando schemi di “pump and dump” (gonfiaggio artificiale del prezzo seguito da un crollo).La mancanza di un’autorità responsabile per il valore di una criptovaluta è un altro elemento di rischio cruciale. In caso di problemi, non esiste un intermediario in grado di intervenire per tutelare gli investitori o garantire la stabilità del sistema. Questa assenza di garanzie rende gli investimenti in criptovalute intrinsecamente più rischiosi rispetto a quelli in asset finanziari tradizionali come azioni o obbligazioni.Il governatore francese, implicitamente, invita a prudenza e a una valutazione critica prima di impegnare capitali in questo asset class emergente. La sua affermazione “Vedremo cosa succede” non esprime incertezza, ma piuttosto una consapevolezza che il futuro delle criptovalute è ancora in evoluzione e che i rischi connessi sono significativi. La regolamentazione, l’adozione istituzionale e la maturazione del mercato saranno fattori determinanti per il loro percorso. Per ora, una sana dose di scetticismo e una comprensione approfondita dei rischi rimangono imperativi per qualsiasi investitore.