Nel corso del fine settimana Elon Musk ha cercato personalmente di persuadere Donald Trump a revocare le tariffe doganali che gravano su una vasta gamma di importazioni, comprese quelle provenienti dalla Cina. Questo sforzo di convincimento, tuttavia, non ha ancora prodotto risultati positivi e rimane ancora un mistero quanti hanno avuto realmente modo di essere coinvolti in questo tentativo.La rottura tra Musk e Trump rispetto alle priorità delle tariffe doganali rappresenta una delle fratture più significative tra il presidente degli Stati Uniti e uno dei suoi consiglieri più influenti. La posizione di Tesla, per esempio, è stata fortemente colpita da un calo nelle vendite trimestrali, un riflesso diretto delle reazioni negative all’annuncio del ruolo di Musk come consigliere di Trump. Le azioni della società hanno raggiunto il loro minimo a 233,29 dollari, segno di una diminuzione complessiva del 42% rispetto ai livelli iniziali dell’anno appena trascorso.Nel quadro più ampio delle tensioni economiche e politiche che caratterizzano l’attuale momento storico, il ruolo di Musk come consigliere è divenuto sempre più controverso. La sua decisione di accettare questo incarico ha creato un senso di disillusione tra i suoi sostenitori e anche in alcune parti della comunità finanziaria che si sono interrogate sulle possibili conseguenze di tale scelta sulla propria posizione e reputazione a lungo termine.
Elon Musk pressa Trump per revocare tariffe doganali su importazioni da Cina.
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