Emergenza carceraria in Piemonte: aumento dei suicidi e autolesionismo tra i detenuti. Necessario agire con urgenza per garantire condizioni dignitose e prevenire tragedie.

29 giugno 2024 – 02:20

Il sistema carcerario piemontese si trova in una situazione critica, con un aumento preoccupante dei gesti autolesionistici e dei tentativi di suicidio da parte dei detenuti. Nomi come Fabrizio Alvaro, Alam, Maria Assunta e Alin Vasili sono solo alcuni dei protagonisti di questa tragica realtà che ha portato a quaranta casi di tentati suicidi in soli sei mesi. Il garante regionale dei detenuti, Bruno Mellano, esprime la sua preoccupazione per l’arrivo imminente dell’estate e delle festività natalizie, periodi notoriamente critici per il benessere psicologico dei detenuti.La Camera penale Vittorio Chiusano e i garanti delle province piemontesi hanno evidenziato la necessità di interventi immediati per contrastare il sovraffollamento nelle carceri. Amnistie, indulti e misure di liberazione anticipata potrebbero rappresentare soluzioni temporanee per affrontare una situazione disastrosa, ma è fondamentale agire alla radice del problema.Il carcere Lorusso e Cutugno di Torino risulta essere il più colpito da episodi di autolesionismo, con 90 casi registrati nei primi sei mesi dell’anno. Questo fenomeno non è solo legato al numero di detenuti presenti, ma riflette un disagio profondo all’interno del sistema penitenziario. Il sovraffollamento aggrava ulteriormente la situazione, impedendo interventi tempestivi per chi si trova prossimo alla fine della pena.Il presidente del sindacato dei penalisti, Roberto Capra, sottolinea che i suicidi sono sintomo di un malessere diffuso tra i detenuti e richiedono un cambiamento radicale nei modelli detentivi attuali. È urgente adottare nuove strategie che rispettino i diritti costituzionali dei detenuti e offrano loro speranza e prospettive per il futuro.In conclusione, è necessario affrontare con determinazione questa emergenza dietro le sbarre e lavorare insieme per garantire condizioni dignitose all’interno delle carceri piemontesi. Solo così si potrà ridurre il numero drammatico di suicidi e offrire ai detenuti la possibilità di un reinserimento sociale positivo una volta scontata la pena.

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