HomeCulturaEtruria, cultura antica rivivente attraverso reperti unici e sorprendenti ritrovamenti archeologici

Etruria, cultura antica rivivente attraverso reperti unici e sorprendenti ritrovamenti archeologici

- Pubblicità -

La scoperta è stata rivelata alla luce della mostra “Rethinking Etruria” allestita fino al 20 luglio presso le gallerie dell’Isaw (Institute for the Study of the Ancient World) di New York, un luogo che ha visto la convergenza di diversi studiosi provenienti da tutto il mondo. La mostra è stata curata dalla dott.ssa Roberta Casagrande-Kim, una delle figure più autorevoli nel campo degli studi etruschi. Il suo progetto non si limita a presentare dei semplici reperti archeologici ma punta a far rivivere la cultura etrusca attraverso i loro oggetti, che ci parlano di un popolo che ha lasciato alle nostre spalle una forte eredità. La mostra “Rethinking Etruria” è stata allestita in collaborazione con il Museo delle Antichità dell’Università degli Studi di Firenze e i siti archeologici di Poggio Colla e Norchia.Tra gli oggetti esposti, un frammento di bucchero del VI secolo a.C. raffigura una donna nell’atto di dare alla luce. Il pezzo di ceramica, noto come “unicum”, è considerato il più antico della sua specie nella regione mediterranea. Esso ci parla di un evento sacro che si svolgeva nel santuario etrusco e rappresentava una delle occasioni in cui la donna era al centro dell’attenzione del tempio, mentre nel mondo greco, questa rappresentazione è molto rara.La mostra mette a confronto reperti provenienti da due siti archeologici italiani: Poggio Colla, nel Mugello e la tomba Lattanzi di Norchia. Il percorso di visita inizia proprio dalla tomba Lattanzi, dove un monumentale vaso (stamnos) esposto a New York raffigura scene tratte dai poemi di Omero.Queste scoperte, insieme agli avanzamenti tecnologici che consentono di analizzare i reperti in modo più approfondito, hanno permesso ai ricercatori di comprendere meglio la cultura etrusca. La mostra “Rethinking Etruria” è il risultato della collaborazione tra studiosi internazionali, tra cui filologi, storici dell’arte e archeologi. Il direttore del Museo delle Antichità dell’Università degli Studi di Firenze, Greg Woolf, ha espresso la sua riconoscenza alle Soprintendenze italiane per il loro sostegno. L’avventura è nata 30 anni fa: i primi archeologi sono arrivati nel Mugello e hanno iniziato a scavare insieme ai volontari locali.

- Pubblicità -
- Pubblicità -

Resta connesso

16,985FansMi piace
2,458FollowerSegui
61,453IscrittiIscriviti
- Pubblicità -

Notizie correlate

- Advertisement -spot_img