Nel cuore della città di Gaza, segnata dalle ferite della guerra e priva delle tradizionali luminarie natalizie, si è tenuta una toccante riunione di centinaia di cristiani presso una chiesa, in preghiera per porre fine al conflitto che ha sconvolto gran parte del territorio palestinese. In un’atmosfera carica di dolore e speranza, i fedeli si sono ritrovati tra le macerie della piazza del Milite Ignoto, ormai ridotta a un cumulo di rovine a causa dei continui bombardamenti israeliani. Nonostante la devastazione circostante e i combattimenti che ancora infiammano la regione, la fede dei presenti si è rivelata come un faro di luce in mezzo all’oscurità.George al-Sayegh, uno dei partecipanti alla cerimonia, ha espresso con amarezza il senso di tristezza e desolazione che permea questo periodo natalizio: “Questa festività porta con sé il peso della morte e della distruzione. Non c’è spazio per la gioia o per lo spirito festoso; non sappiamo neanche chi avrà il privilegio di celebrare la prossima festa”. Le mura millenarie della chiesa greco-ortodossa di San Porfirio, risalente al XII secolo, hanno raccolto le preghiere degli afflitti fedeli anche in seguito alla tragica distruzione subita durante un raid aereo israeliano lo scorso ottobre, nel quale persero la vita 18 cristiani palestinesi.In questo contesto di sofferenza e incertezza, la comunità cristiana locale cerca conforto nella propria fede e nell’unione fraterna tra i suoi membri. Con appena 1.100 fedeli residenti a Gaza, questa piccola ma tenace comunità affronta quotidianamente le sfide dell’isolamento e della persecuzione religiosa con coraggio e resilienza. Nella loro preghiera silenziosa risuona l’auspicio di pace e riconciliazione per una terra martoriata dalla violenza e dal conflitto; un messaggio universale di speranza che va oltre le barriere etniche e religiose, abbracciando l’umanità intera nella sua ricerca comune di armonia e fratellanza.
Fede e speranza tra le macerie: la toccante riunione natalizia dei cristiani a Gaza.
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