Arezzo, mobilitazione per salvare Adelina e i suoi piccoli nutrie

Una ventata di consapevolezza e mobilitazione popolare sta investendo la periferia aretina, con una campagna volta a garantire la salvaguardia di Adelina, una nutria adulta, e della sua prole: otto piccoli esemplari che hanno trovato rifugio lungo le rive di un torrente.
L’iniziativa, animata da un crescente sentimento di responsabilità verso la fauna locale, si avvale del supporto della Rete dei Santuari degli Animali Liberi, pronta a intervenire per la cattura e il trasferimento degli animali in un ambiente più protetto.

L’urgenza della situazione è stata amplificata da un flash mob organizzato dall’associazione, un atto simbolico che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini armati di cartelli e slogan dedicati alla tutela delle nutrie e alla promozione di una cultura del rispetto per l’ambiente naturale.
L’evento, che ha riscosso notevole attenzione da parte di passanti e media locali, ha evidenziato la necessità di superare pregiudizi diffusi e disinformazione.

“È fondamentale chiarire un fraintendimento comune: le nutrie non sono roditori come i topi, né creature dannose,” sottolinea Francesco Cortonesi, presidente dell’associazione.
“Si tratta di castori di palude, originari del Sudamerica, introdotti negli anni Settanta per fini di allevamento di pellicce.
Nel corso del tempo, queste colonie si sono integrate nell’ecosistema locale, svolgendo un ruolo significativo nella dinamica ambientale.
La loro presenza, lungi dall’essere un problema, è regolata dall’equilibrio stesso della natura.
“La campagna di sensibilizzazione mira a contrastare la percezione negativa spesso associata alle nutrie, alimentata da una comprensibile, ma erronea, preoccupazione.

La loro capacità di modificare l’habitat, scavando tane e abbattendo vegetazione, può talvolta creare conflitti con l’attività umana, ma è altresì un fattore di diversità e complessità biologica.

Domani, un tavolo di confronto vedrà riuniti volontari, rappresentanti del Comune di Arezzo e agenti della polizia forestale.
L’obiettivo è definire un piano d’azione che non solo garantisca la sicurezza degli animali, frequentemente disturbati dall’affluenza di persone e percepiti come parte integrante del tessuto comunitario, ma che promuova anche una maggiore comprensione del loro ruolo ecologico e una coesistenza armoniosa tra uomo e natura.
La vicenda si configura come un’opportunità per riflettere sulla responsabilità collettiva nei confronti della biodiversità e per promuovere pratiche di gestione ambientale sostenibili e consapevoli.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap