Un’audace, e potenzialmente illecita, performance di arrampicata ha catturato l’attenzione del web, diffondendosi attraverso il canale Instagram “Welcome to favelas”.
Il video, ripreso da una distanza considerevole, mostra due figure che si muovono con apparente disinvoltura sulla facciata monumentale della Basilica di Santa Croce a Firenze, un complesso architettonico e artistico di inestimabile valore.
L’azione, che sembra voler sfidare la gravità e le leggi, si concentra sulla sommità della basilica, dove le figure si posizionano sui retro delle imponenti statue angeliche che coronano la facciata.
Una delle due figure, con una progressione apparentemente esperta, raggiunge la cima della croce che domina l’edificio, offrendo una prospettiva inedita e, per molti, disturbante, sul patrimonio artistico fiorentino.
La diffusione del video ha immediatamente sollevato interrogativi sulla sicurezza, la tutela del patrimonio e la verifica della sua autenticità.
Le autorità competenti hanno avviato un’indagine approfondita per accertare la veridicità delle immagini e, in caso positivo, ricostruire la dinamica dell’azione, identificando i responsabili e determinando il momento preciso in cui l’impresa è stata compiuta.
Al di là dell’aspetto squisitamente criminale, l’evento solleva complesse riflessioni sulla percezione del rischio, la crescente fascinazione per le performance estreme e la necessità di rafforzare i sistemi di sorveglianza e controllo dei monumenti storici.
La Basilica di Santa Croce, custode di tombe di geni del Rinascimento e di un’architettura ineguagliabile, si ritrova al centro di un dibattito che coinvolge sicurezza, arte, e l’incontenibile desiderio di alcuni di superare i limiti, anche a costo di mettere a repentaglio la conservazione di un tesoro collettivo.
L’episodio pone, inoltre, una questione cruciale: come conciliare la fruizione libera e aperta del patrimonio culturale con l’imperativo di preservarlo per le generazioni future?