Nel cuore di Lamporecchio, un comune pistoiese testimone di una tranquilla vita quotidiana, la notte ha svelato un episodio di effrazione di rara audacia e coordinazione.
Due gioiellerie, situate a brevissima distanza l’una dall’altra, sono state oggetto di un colpo che ha lasciato la comunità sotto shock e le forze dell’ordine al lavoro.
Il valore del bottino, stimato in circa 150.000 euro, comprende una vasta gamma di articoli in oro e gioielli di pregio, e suggerisce una pianificazione meticolosa e la possibile presenza di competenze specialistiche tra i responsabili.
Si presume che la banda, composta da un gruppo di almeno sei o sette individui, tutti accuratamente travestiti con indumenti scuri e cappucci per eludere l’identificazione, abbia agito con rapidità e precisione.
L’analisi preliminare della scena del crimine indica un metodo di operandi insolito e mirato.
Invece di ricorrere a metodi più convenzionali, i malviventi hanno impiegato un divaricatore di lamiera, un utensile tipicamente utilizzato dai vigili del fuoco per rimuovere pannelli deformati su veicoli incidentati.
L’utilizzo di questo strumento, decisamente più sofisticato rispetto a un semplice piede di porco, suggerisce una conoscenza tecnica specifica e una preparazione avanzata.
L’efficacia di questo strumento ha permesso loro di sollevare rapidamente la saracinesca, neutralizzando la prima barriera di protezione, e successivamente forzare la porta d’ingresso.
La brevità dell’operazione, stimata in pochi minuti per ogni gioielleria, indica una perfetta sincronizzazione tra i membri della banda e una profonda conoscenza della disposizione dei negozi e dei tempi di risposta delle forze dell’ordine.
L’azione non è stata improvvisata, ma frutto di un’attenta ricognizione dei luoghi.
Per schermare le loro azioni da possibili testimoni o telecamere di sorveglianza, i ladri hanno deliberatamente utilizzato degli estintori, creando una densa cortina fumogena che ha temporaneamente oscurato la scena.
Questa manovra, oltre a ostacolare la visibilità, ha presumibilmente mirato a ritardare l’arrivo dei soccorsi, consentendo alla banda di dileguarsi rapidamente.
L’indagine, ora in corso sotto la direzione dei Carabinieri, si concentra sull’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, sulla ricerca di tracce biologiche lasciate dai malviventi e sulla ricostruzione del percorso di fuga.
L’evento solleva interrogativi sulla sicurezza commerciale nel territorio e sulla necessità di rafforzare la collaborazione tra le attività commerciali e le forze dell’ordine per prevenire futuri episodi di questo genere.
L’ipotesi di un collegamento con altre attività criminali simili in altre aree è attualmente al vaglio degli investigatori.