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Commercio abusivo a Firenze: sequestro e allarme sicurezza alimentare

Un’operazione della polizia municipale di Firenze ha portato alla luce un quadro preoccupante relativo al commercio abusivo di prodotti ortofrutticoli alla periferia cittadina, rivelando un sistema opaco e potenzialmente pericoloso per la salute pubblica.

Il sequestro, condotto nella zona di via Di Vittorio, ai confini con Sesto Fiorentino, ha comportato la distruzione di oltre cinque tonnellate di verdure e un esborso di 35.000 euro in sanzioni, oltre al fermo amministrativo di veicoli e strumenti di pesatura.

L’intervento, scaturito da segnalazioni riguardanti un mercato sommerso, ha identificato sei venditori di origine cinese operanti in assenza di autorizzazione al commercio in sede fissa e occupazione abusiva del suolo pubblico.

Le violazioni rilevate non si limitano alla mera illegalità formale, ma sollevano interrogativi più ampi sulla sicurezza alimentare e la trasparenza delle filiere.

La mancanza di tracciabilità dei prodotti è l’elemento più critico emerso.

L’impossibilità di donare la merse, sebbene potenzialmente destinabile a iniziative di solidarietà, sottolinea la totale assenza di documentazione che ne garantisca l’origine e la conformità agli standard igienico-sanitari.

Questa assenza di tracciabilità impedisce di risalire ai produttori, alle modalità di coltivazione e trasporto, rendendo impossibile verificare l’eventuale presenza di residui di pesticidi, contaminazioni o altre anomalie che potrebbero compromettere la salute dei consumatori.

Le sanzioni amministrative, che includono la mancanza di prezzi esposti e l’utilizzo di bilance non revisionate, alcune addirittura prive della marcatura CE, evidenziano un diffuso disinteresse per il rispetto delle normative e una pericolosa superficialità nell’approccio al commercio.

Il fermo amministrativo di un furgone per omessa revisione, con una sanzione di quasi 2.000 euro e un blocco di 90 giorni, denota una grave trasgressione delle regole sulla circolazione stradale, accrescendo il rischio di incidenti e compromettendo la sicurezza pubblica.

L’episodio solleva interrogativi sulla capacità delle autorità locali di contrastare efficacemente il fenomeno del commercio abusivo, non solo dal punto di vista repressivo, ma anche attraverso un’attività di prevenzione e di sensibilizzazione.
È necessario rafforzare i controlli, intensificare le attività di monitoraggio del territorio e promuovere una maggiore consapevolezza tra i consumatori sull’importanza di acquistare prodotti provenienti da filiere trasparenti e certificate.

La sicurezza alimentare non è negoziabile e richiede un impegno costante e coordinato da parte di tutti gli attori coinvolti.

La distruzione della merce sequestrata, pur se inevitabile in assenza di garanzie, rappresenta una perdita economica e, soprattutto, un campanello d’allarme sulla necessità di ripensare le strategie di controllo e di tutela della salute pubblica.

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