mercoledì 17 Settembre 2025
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Confisca e sorveglianza: Colpo alla cosca Bellocco tra Calabria e Toscana.

Nel cuore di un’articolata operazione che intreccia i territori calabresi e toscani, i comandi provinciali di Reggio Calabria e Firenze, supportati dal Gruppo Speciale Investigazione Criminalità Organizzata (GICO) e sotto il coordinamento della Distaccatura Antimafia di Reggio Calabria diretta da Giuseppe Borrelli, hanno eseguito un provvedimento di sorveglianza speciale e confisca.
La decisione, emessa dalla Sezione Misure di Prevenzione della Corte d’Appello reggina, impone all’imprenditore Francesco Morano, alias Gianfranco, residente a Taurianova, un regime di sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di residenza per un periodo di quattro anni, unitamente alla confisca di un patrimonio stimato in circa 200.000 euro.
Questo atto giudiziario rappresenta una conferma della sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Calabria nel settembre 2024, a testimonianza di una complessa attività investigativa che ha svelato il ruolo di Morano all’interno della cosca Bellocco di Rosarno.
Le indagini, inizialmente innescate dalle operazioni “Magma”, “Erba di Grace” e “Buenaventura”, hanno permesso di ricostruire un quadro allarmante di attività criminali e il conseguente arricchimento illecito dell’imprenditore.
L’operazione “Magma”, condotta dal GICO di Reggio Calabria e successivamente sviluppata dal GICO di Firenze con il coordinamento delle rispettive DDA, ha portato all’emissione di 45 provvedimenti cautelari nel novembre 2019, culminando nella condanna di Morano per traffico internazionale di stupefacenti.
Le successive inchieste “Erba di Grace” e “Buenaventura” hanno consolidato il quadro accusatorio, con una condanna in secondo grado a quattro anni per la prima e una sentenza di primo grado a otto anni per la seconda.

Al di là dei reati di traffico di stupefacenti, le indagini hanno rivelato un modello di gestione aziendale permeato da dinamiche estorsive con l’utilizzo di metodi mafiosi.

Morano, infatti, si sarebbe reso responsabile di atti intimidatori per recuperare un credito usurario concesso a un imprenditore senese operante nel settore tessile.

I tassi di interesse applicati, che superavano il 66% annuo, evidenziano la natura predatrice delle attività finanziarie.
La sinergia tra le DDA di Reggio Calabria e Firenze ha delegato i finanzieri del GICO a condurre un’indagine patrimoniale e finanziaria, che ha permesso di accertare una sproporzione tra il patrimonio accumulato da Morano e la sua capacità reddituale dichiarata.

Questa incongruenza ha portato, a marzo 2023, al provvedimento di sequestro preventivo, preludio alla confisca odierna.
Il patrimonio confiscato include una ditta individuale, il relativo patrimonio aziendale (tra cui un’imbarcazione da pesca di circa 16 metri), tre autoveicoli, un fabbricato e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo stimato in circa 200.000 euro.
Questa azione rappresenta un significativo colpo alla criminalità organizzata e un segnale forte di lotta contro i fenomeni di usura e riciclaggio di denaro sporco, dimostrando come l’azione congiunta delle forze dell’ordine e della magistratura possa portare a risultati concreti nella tutela della legalità e nel recupero di risorse illecitamente acquisite.

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