La comprensione del sistema cardiovascolare ha compiuto un significativo passo avanti grazie a una ricerca innovativa condotta presso l’Università di Pisa.
Un team multidisciplinare, composto da esperti di ingegneria dell’informazione e matematica, ha disvelato una struttura intrinsecamente ordinata nella dinamica del cuore, contraddicendo precedenti ipotesi sulla sua potenziale natura caotica.
Questo risultato, pubblicamente riconosciuto con un prestigioso premio alla conferenza internazionale di ingegneria biomedica, apre nuove prospettive per la diagnosi precoce e la gestione delle patologie cardiovascolari.
Il fulcro della ricerca risiede nell’analisi della variabilità della frequenza cardiaca (HRV), un parametro cruciale che riflette l’intervallo di tempo tra i battiti cardiaci successivi.
Questa variabilità non è un mero artefatto casuale, bensì un’espressione complessa influenzata da una miriade di fattori fisiologici: l’attività del sistema nervoso centrale, in particolare i suoi rami simpatico e parasimpatico, il ritmo respiratorio, la pressione sanguigna e l’equilibrio ormonale.
L’approccio utilizzato dai ricercatori ha consistito nell’applicazione di un sofisticato modello matematico, precedentemente sviluppato in ambito puramente teorico, a dati elettrocardiografici reali.
L’applicazione di questa metodologia ha permesso di evidenziare una regolazione sottostante, una forma di ordine strutturale che caratterizza l’apparente casualità della sequenza dei battiti cardiaci.
Questa scoperta non solo offre una visione più accurata del funzionamento del sistema cardiovascolare, ma promette anche di rivoluzionare il modo in cui valutiamo il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, che continuano a rappresentare una delle principali cause di mortalità a livello globale.
Secondo Gaetano Valenza, esperto di bioingegneria, l’innovativo metodo sviluppato offre una finestra inedita sulle dinamiche neurofisiologiche che governano l’organismo.
Questa conoscenza più approfondita potrebbe portare alla definizione di nuovi biomarcatori, indicatori biologici in grado di quantificare con maggiore precisione la predisposizione a sviluppare patologie cardiache.
Questi biomarcatori potrebbero essere utilizzati per identificare soggetti a rischio e implementare interventi preventivi mirati, con un impatto significativo sulla salute pubblica.
Il successo di questa ricerca sottolinea l’importanza cruciale dell’integrazione tra ricerca di base e applicazioni ingegneristiche.
L’audacia di Martina Bianco e Andrea Scarciglia, che hanno applicato le loro competenze matematiche a problemi di bioingegneria, ha portato a un risultato scientifico di grande impatto.
Claudio Bonanno, a capo del team di ricerca, esprime la speranza che questo riconoscimento stimoli ulteriori collaborazioni interdisciplinari e incoraggi i giovani ricercatori a perseguire percorsi innovativi per affrontare le sfide sanitarie del futuro.
In definitiva, lo studio apre una nuova era nella comprensione del cuore umano e nella lotta contro le malattie cardiovascolari.