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lunedì 3 Novembre 2025

Ergastolo per i brasiliani, giustizia per Safaei Kiomars a Firenze

La sentenza della Corte d’Assise di Firenze ha sancito una conclusione drammatica per la vicenda che ha visto come vittima Safaei Kiomars, commerciante di origini iraniane.

Guilherme e Matheus Ponciano, fratelli di nazionalità brasiliana, sono stati condannati all’ergastolo, con un regime di isolamento di 8 mesi per il primo e 27 anni di reclusione per il secondo.

La condanna, che si configura come un atto di giustizia per una perdita di una vita umana, è stata emessa in seguito alla ricostruzione di un’efferata aggressione culminata con il ritrovamento del corpo di Kiomars nel suo appartamento nel quartiere di Novoli, il 29 novembre 2023.

La decisione dei giudici, giunta dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, ha integralmente accolto le richieste del pubblico ministero Sandro Cutrignelli, confermando la gravità dei reati contestati: omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e rapina aggravata.

Pur avendo il pubblico ministero richiesto l’ergastolo per entrambi gli imputati, la Corte ha ritenuto opportuno differenziare le loro responsabilità, sebbene mantenendo una linea di condanna severa per entrambi.
Un elemento cruciale del processo è stata l’analisi delle dinamiche preesistenti tra la vittima e gli aggressori.

I Ponciano, in passato, avevano lavorato per Kiomars, una relazione che, a quanto pare, si era deteriorata fino a sfociare in un progetto criminale.

L’accusa ha dimostrato come i fratelli, agendo con premeditazione, abbiano pianificato un agguato con l’obiettivo di sferrare un colpo alla routine quotidiana del commerciante, approfittando del momento in cui questi rientrava a casa con il ricavato giornaliero.
La ricostruzione forense ha rivelato dettagli macabri: Kiomars fu brutalmente picchiato e lasciato privo di sensi nel suo stesso appartamento, con le mani legate dietro la schiena e un sacchetto stretto con il nastro adesivo calato sul capo, un’immagine che sottolinea la crudeltà e la disumanità dell’azione criminale.
Pur escludendo l’aggravante della crudeltà – una decisione che, inevitabilmente, suscita interrogativi e riflessioni più ampie sulla definizione e la percezione della stessa – la Corte ha sottolineato la gravità dei fatti e la necessità di una punizione esemplare per i responsabili.
Parallelamente alla sentenza penale, è stata stabilita una provvisionale di 50.000 euro a favore dei familiari della vittima, che si sono costituiti parte civile con l’avvocato Gabriele Zanobini.

Il risarcimento definitivo verrà quantificato in sede civile, tenendo conto del danno subito dai congiunti.
La pubblicazione delle motivazioni della sentenza, che forniranno un’analisi più approfondita delle prove raccolte e delle ragioni che hanno portato alla decisione, è prevista entro 90 giorni.

Questa vicenda solleva, oltre al dolore per la perdita di una vita, riflessioni sulla vulnerabilità degli individui, sulle dinamiche criminali che si sviluppano in contesti urbani e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di prevenzione e repressione del crimine.

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