mercoledì, 18 Giugno 2025
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Golden Lion: La Guerra del Futuro si Addestra in Toscana

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Golden Lion: La Divisione Vittorio Veneto Prova il Futuro della Guerra Integrata in ToscanaNel cuore della Toscana, tra le province di Grosseto e Siena, si è recentemente conclusa l’esercitazione “Golden Lion”, un evento di cruciale importanza per la Divisione Vittorio Veneto e per la preparazione delle forze armate italiane. Più che una semplice esercitazione militare, “Golden Lion” rappresenta un banco di prova operativo, una simulazione avanzata che mira a validare le capacità di comando e controllo della Divisione in scenari complessi e realistici, anticipando potenziali impieghi futuri in contesti operativi reali.L’esercitazione, durata quattro giorni (4-13 giugno), ha simulato una crisi in un paese dell’Africa equatoriale, trasformando il paesaggio toscano in un campo di battaglia virtuale. Ottocentocinquanta soldati, appartenenti a diverse unità specializzate, hanno partecipato attivamente alla simulazione, addestrandosi su un ampio spettro di attività militari: dalla guerra ibrida all’antiterrorismo, dagli attacchi informatici alla difesa cibernetica, fino all’utilizzo di droni e alla gestione dei domini spaziali.L’evento si distingue per l’integrazione di tecnologie all’avanguardia e per l’adozione di standard NATO avanzati. Il fulcro dell’esercitazione è stato la valutazione della resilienza e dell’efficienza dei “nodi di comando” della Divisione: il Comando Principale (Main Command Post), il Comando Avanzato (Forward Command Post) e il Comando Tattico (Tactical Command Post). Questi nodi, dislocati strategicamente tra Orbetello Scalo, nel bunker storico della ex fabbrica di esplosivi Sipe Nobel, e le aree boschive senesi, hanno operato in modalità H24, orchestrando operazioni virtuali attraverso reti criptate.L’addestramento ha visto la convergenza di competenze diverse: dall’analisi in tempo reale del campo di battaglia alle simulazioni di ingaggi a fuoco, dalla verifica costante delle infrastrutture tecnologiche alla pianificazione strategica a breve termine (fino a 120 ore). Le gerarchie militari hanno attentamente monitorato i tempi di reazione, l’efficacia delle decisioni e la capacità di adattamento a situazioni impreviste, simulate da un team dedicato alla creazione di scenari ostili e complessi.La guerra elettronica ha assunto un ruolo preponderante. Accanto ai tradizionali fucili Beretta d’assalto, l’attenzione si è concentrata sull’addestramento all’utilizzo di armi e sistemi informatici. La ridondanza tecnologica è stata una priorità: se una postazione è stata compromessa – per attacco, sabotaggio o guasto – un’altra è immediatamente pronta a subentrare, garantendo la continuità operativa. Ogni componente del sistema deve rimanere connesso, elaborare informazioni e adattarsi ai cambiamenti. Un sistema di mitragliatrici mimetizzate ha supportato le attività di comando, mentre un “corpo di guardia” informatico ha vegliato sulla rete militare, pronto a contrastare attacchi hacker e intrusioni cibernetiche. Inoltre, è stato testato un veicolo prototipo italiano per la gestione dei domini cyber e spaziale, e dimostrata l’efficacia di un sistema anti-droni capace di neutralizzare velivoli ostili.L’esercitazione ha coinvolto diverse unità militari, tra cui il Comando Divisione, il 78/o Reparto Comando e Supporti Tattici “Lupi di Toscana”, la Brigata Alpina Julia, il 7/o Reggimento Trasmissioni, il 187/o Reggimento Paracadutisti e il 1/o Reggimento Trasmissioni. L’evento ha messo in luce la capacità di integrare competenze e risorse diverse, creando un sistema di risposta flessibile e resiliente.La popolazione locale è stata informata in anticipo, e le attività sono state pianificate per minimizzare l’impatto sulla vita quotidiana. L’esercitazione ha messo alla prova i tempi di dispiegamento e di attivazione delle comunicazioni, e ha posto l’accento sull’importanza della mobilità, della resilienza e della limitazione dell’impatto logistico ed elettromagnetico.Un aspetto cruciale è stato il passaggio dalla tecnologia avanzata al contatto diretto con il terreno: la posizione della fanteria sulle mappe ha certificato i progressi dell’esercitazione, ricordando che, in definitiva, la vittoria sul campo di battaglia dipende anche dalla capacità di adattarsi all’ambiente fisico e di interagire con le forze nemiche in modo efficace.L’impegno della Divisione Vittorio Veneto si estende ben oltre i confini nazionali: dal 1° luglio 2025, assumerà il comando della Componente Terrestre (Land Component Command – LCC) della Allied Reaction Force (ARF) dell’Alleanza atlantica, un incarico di grande responsabilità che la vedrà operare al fianco di forze multinazionali in missioni ad alta prontezza. L’ARF, in grado di schierarsi rapidamente in diverse aree geografiche, rappresenta una risorsa strategica per la sicurezza internazionale, e la partecipazione della Divisione Vittorio Veneto a questa forza testimonia l’impegno dell’Italia nel garantire la stabilità e la prosperità del mondo.

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