La luce del sesto candelabro di Hanukkah illuminava la sinagoga di Pisa, non solo con la fiamma tremula, ma con il calore tangibile di un gesto simbolico: l’abbraccio tra Andrea Gottfried, presidente della Comunità Ebraica Pisana, e Bruno Possenti, rappresentante dell’ANPI.
Un atto di vicinanza che trascendeva la celebrazione religiosa, incarnando un profondo desiderio di coesione sociale e dialogo interreligioso.
L’accensione del candelabro, rituale centrale di Hanukkah – festa che commemora la purificazione del Tempio di Gerusalemme e la miracolosa durata dell’olio – si configurava come un’opportunità per riflettere sul significato stesso di luce, speranza e resilienza, valori universali che risuonano in ogni comunità.
Andrea Gottfried, con parole sentite, ha espresso la profonda convinzione che il cammino verso la convivenza pacifica e la comprensione reciproca sia possibile, invitando le istituzioni e i cittadini a coltivare questo percorso comune.
L’omaggio reso alle comunità musulmane, pur nell’impossibilità di una loro presenza fisica a causa di un concomitante evento nazionale, ha sottolineato l’importanza di includere tutte le fedi abramitiche in questo sforzo collettivo.
I messaggi di solidarietà ricevuti dall’Imam Mohamad Khalil e da Mohammad El Harchaoui, leader rispettivamente della comunità islamica e della Fratellanza Musulmana, hanno ribadito l’aspirazione a future occasioni di incontro e di collaborazione.
L’Arcivescovo Saverio Cannistrà, presente alla cerimonia, ha condiviso una visione simile, sottolineando come la conoscenza reciproca e l’apertura mentale siano i pilastri fondamentali per costruire ponti e superare le divisioni.
La sua prospettiva ha enfatizzato il valore dell’empatia e dell’ascolto attivo come strumenti essenziali per comprendere le diverse esperienze e culture che compongono la ricchezza del tessuto sociale pisano.
Il Sindaco Michele Conti ha amplificato il significato dell’evento, sottolineando come le città, per loro stessa natura luoghi di incontro e di scambio, abbiano il potenziale di irradiare un messaggio di speranza e di riconciliazione a livello globale.
L’accensione di quel candelabro, in definitiva, si è trasformata in un simbolo potente, non solo per la comunità ebraica, ma per l’intera città di Pisa, e potenzialmente, per il mondo intero: un invito a illuminare le tenebre dell’odio e dell’intolleranza con la luce della comprensione, del rispetto e della pacifica convivenza.
L’evento ha rappresentato un monito a non dimenticare le lezioni del passato e a perseguire attivamente un futuro basato sulla giustizia, l’uguaglianza e la solidarietà.






