Due anni. Due anni di silenzio assordante, di domande sospese, di speranze che si affievoliscono ma non si spengono del tutto. L’associazione Penelope, in collaborazione con la comunità fiorentina, promuove un’iniziativa di profondo significato il 10 giugno, a due anni dalla scomparsa di Mia Kataleya Chicllo Alvareza, conosciuta a tutti come Kata. La piccola, strappata all’affetto della madre e del fratellino, si era persa di vista nel contesto di un alloggio precario all’interno dell’ex hotel Astor, un luogo che oggi incarna il dramma di una famiglia e le fragilità di un sistema sociale.L’evento non si configura come una semplice commemorazione, ma come un atto di resistenza alla dimenticanza, una dichiarazione pubblica che riconosce il valore intrinseco di ogni esistenza, specialmente quella di una bambina indifesa. Il gesto simbolico di affissione di lettere, custodite nel cuore della madre e condivise dall’associazione Penelope, sulla facciata dell’ex Astor, mira a trasformare un luogo segnato dal dolore in un monumento alla memoria collettiva, un richiamo costante alla responsabilità civile.Ventiquattro cuori, ognuno portatore di un messaggio, di una dedizione, di una preghiera per Kata, saranno disposti come un calendario vivente dell’attesa, un palpabile emblema dei mesi trascorsi nell’angoscia e nella ricerca della verità. Ogni cuore rappresenta un giorno di speranza infranta, ma anche un giorno di impegno a non arrendersi. La scomparsa di Kata ha scavato una ferita profonda, un vuoto che risuona nella famiglia, nella comunità e in chiunque creda fermamente nel diritto fondamentale alla chiarezza, alla giustizia, alla verità. Non si tratta solo di ricostruire la sequenza degli eventi, ma di comprendere le dinamiche sociali ed economiche che hanno reso possibile una tragedia simile. È un’occasione per interrogare le istituzioni, per rafforzare i servizi di supporto alle famiglie vulnerabili e per promuovere una cultura della protezione dell’infanzia.L’iniziativa di Penelope aspira a essere un coro di voci unite, un abbraccio corale rivolto alla madre e al fratello di Kata, un monito per il futuro: nessuna bambina, nessuna persona, deve essere dimenticata. È un appello a trasformare il dolore in azione, la disperazione in speranza, il silenzio in verità. Per Kata. Per la sua famiglia. Per tutti i bambini che si sono persi nel labirinto della vita, e per le loro storie che meritano di essere raccontate, ascoltate e onorate.
Kata, due anni senza risposte: un appello alla memoria.
Pubblicato il
