La Conferenza episcopale toscana, guidata dal cardinale Augusto Paolo Lojudice, si trova ad affrontare un imprevisto di portata globale, interruzione brusca di un pellegrinaggio in Terra Santa concepito come momento di profonda riflessione spirituale e di vicinanza al popolo di Dio. La delegazione di vescovi, partita il 9 giugno, doveva fare rientro in Italia da Tel Aviv, ma la chiusura dello scalo aeroportuale, conseguente all’escalation del conflitto tra Israele e Iran, ha imposto una radicale revisione dei piani.La decisione di spostarsi in Giordania, un atto reso possibile grazie alla preziosa collaborazione della Custodia di Terra Santa, del Patriarcato di Gerusalemme e della Nunziatura Apostolica, testimonia l’impegno congiunto di istituzioni religiose e diplomatiche per garantire la sicurezza e l’incolumità dei membri della delegazione. Il viaggio da Gerusalemme ad Amman, compiuto in pulmini e culminato con l’arrivo in un albergo vicino al Terrasanta College, rappresenta un atto di resilienza e adattamento di fronte a circostanze avverse.Fra Matteo Brena, commissario di Terra Santa per la Toscana, figura chiave nell’organizzazione e nella conduzione del pellegrinaggio, accompagna la delegazione nel viaggio verso il rientro in Italia, fornendo un punto di riferimento costante in un contesto di incertezza. La sua testimonianza sottolinea la presenza rassicurante dei frati, che garantiscono protezione e assistenza durante gli spostamenti.L’abbandono forzato di Gerusalemme, descritto come un’esperienza dolorosa, rivela una profonda sensibilità verso la realtà complessa e fragile del territorio. Questa interruzione, più che un semplice inconveniente logistico, si configura come un’immersione inattesa nella precarietà della vita quotidiana degli abitanti di quei luoghi. Il pellegrinaggio, originariamente pensato come un percorso di fede, si trasforma in un potente monito sulla sofferenza e la disperazione che affliggono la regione.L’esperienza vissuta invita a una riflessione urgente sulla responsabilità della comunità ecclesiale e della comunità internazionale. L’appello a una pronta azione diplomatica, volto a mitigare le tensioni e a promuovere una soluzione pacifica, assume un significato ancora più pressante alla luce di quanto osservato. Questo pellegrinaggio, seppur segnato da eventi inattesi, si rivela un’occasione privilegiata per rafforzare la preghiera per la pace, per la giustizia e per la riconciliazione tra i popoli. Il ritorno in Toscana sarà portatore di una nuova consapevolezza e di un rinnovato impegno a favore dei fratelli e delle sorelle che vivono nella Terra Santa, terra di fede, di speranza e di sofferenza.
Pellegrinaggio in Terra Santa: Interrotto dal Conflitto, un Appello alla Pace
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