Un riconoscimento tardivo, una ferita ancora aperta: il risarcimento a Mirella Lotti, testimone dell’eccidio di PrataleBarberino Tavarnelle, Firenze – Dopo un percorso arduo, costellato di battaglie legali e istituzionali, Mirella Lotti, custode di una memoria dolorosa, ha finalmente ottenuto un risarcimento dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
A 90 anni, la signora Lotti, testimone diretta dell’eccidio di Pratale del 23 luglio 1944, vede così riconosciuto, seppur con ritardo, il danno subito, a seguito della sentenza del giudice Susanna Zanda del tribunale di Firenze, emessa due anni fa.
Il 23 luglio 1944, Pratale fu teatro di una barbara strage: dodici contadini, innocenti, falciati dalle mitraglie di soldati nazifascisti.
Mirella Lotti, allora una bambina di soli nove anni, assistette all’indicibile perdita di suo padre e nonno, due figure centrali nella sua giovane vita.
L’annuncio del risarcimento, a lungo atteso, l’ha colpita profondamente, trovando conforto tra le braccia del sindaco David Baroncelli, simbolo della vicinanza di una comunità intera.
Questo risarcimento non è solo una vittoria personale per Mirella Lotti, ma rappresenta un atto di giustizia nei confronti di tutte le vittime e delle loro famiglie, un intero territorio segnato da una ferita mai completamente rimarginata.
La comunità di Barberino Tavarnelle ha combattuto strenuamente, con la forza della memoria e un impegno civile attivo, per mantenere vivo il ricordo di quegli uomini strappati alla vita senza ragione.
Il sindaco Baroncelli ha sottolineato come l’ottenimento del risarcimento sia il coronamento di un lungo e complesso percorso istituzionale, frutto di anni di lavoro dedicato alla riscoperta della verità storica, alla divulgazione dell’eccidio e all’identificazione dei responsabili.
Un impegno costante volto a riportare alla luce la memoria di eventi tragici, troppo a lungo oscurati.
“Non mi sono mai sentita sola”, ha dichiarato Mirella Lotti, esprimendo gratitudine per il sostegno ricevuto da un’intera comunità.
Il pensiero, inevitabilmente, si rivolge al nonno e al padre, vittime di una violenza inaudita.
Gli avvocati Iacopo Casetti e Vittoria Hayun, che hanno seguito il caso con determinazione, hanno evidenziato le difficoltà incontrate a causa dei ritardi burocratici, che hanno reso necessario l’invio di un atto di precetto al Mef per sollecitare il pagamento.
La primavera del 2024 era stata fissata come termine per l’erogazione del risarcimento, un termine disatteso.
Tuttavia, gli avvocati Hayun e Casetti, pur soddisfatti del risultato ottenuto, ammoniscono che la strada verso la piena giustizia è ancora lunga.
Molti altri individui che hanno subito condanne penali durante il periodo del “vergogna”, non hanno ancora ricevuto alcun risarcimento.
Questa vicenda solleva interrogativi cruciali sulla necessità di accelerare i processi di risarcimento per le vittime della guerra e del regime fascista, affinché la giustizia possa finalmente essere pienamente attuata, alleviando almeno in parte il peso del passato.
Il riconoscimento tardivo a Mirella Lotti, purtroppo, è solo una tappa di un percorso ancora incompleto.