Sul versante nord-occidentale del Monte Altissimo, all’interno del massiccio apuano, una complessa operazione di soccorso ha visto protagonista l’elicottero Pegaso3, del Servizio Regionale Emergenza, in un intervento delicato e tecnicamente impegnativo.
La centrale operativa, allertata da una richiesta di soccorso per un alpinista in difficoltà, ha immediatamente attivato i soccorritori, i quali, giunti sul posto, si sono resi conto di una situazione ben più grave: non un singolo alpinista in difficoltà, ma due cordate, composte da cinque persone, intrappolate in una zona rocciosa particolarmente insidiosa.
La gravità della situazione è stata esacerbata da un evento improvviso e devastante: il crollo di un significativo diedro roccioso, un fenomeno naturale che ha colpito direttamente uno degli scalatori, provocandogli ferite di entità ancora da quantificare.
La fragilità geologica della zona, spesso sottostimata a causa della sua apparente stabilità, si è manifestata con violenza, evidenziando i rischi intrinseci all’alpinismo in ambienti montani complessi.
L’intervento, condotto in condizioni ambientali estreme, ha richiesto una pianificazione meticolosa e l’esecuzione di manovre di elevata precisione.
Un tecnico d’elisoccorso, con competenze specialistiche nel soccorso in parete, è stato calato a corda fino alla sosta principale per mettere in sicurezza l’area e predisporre l’arrivo del medico, il quale ha iniziato immediatamente la valutazione e la stabilizzazione del ferito.
La sfida successiva è stata l’evacuazione del paziente, sospeso a circa trenta metri di altezza lungo il terzo tiro della via, in una posizione di vertiginosa esposizione.
Il tecnico, utilizzando tecniche avanzate di progressione su corda, ha raggiunto l’alpinista, procedendo poi alla risalita con il paziente, assistito dal medico, per permettere l’imbarco a bordo dell’elicottero e il trasferimento d’urgenza all’ospedale di Cisanello.
La valutazione dei rischi residui, legati all’instabilità del fronte roccioso e al potenziale distacco di massi, ha imposto una decisione strategica: il recupero di tutti gli altri alpinisti, ancora bloccati in parete.
L’operazione, resa ancora più complessa dalla verticalità del percorso, dalla friabilità del terreno e dalla prossimità delle pale dell’elicottero alla parete, è proseguita a seguito di un primo ciclo di volo per il trasferimento del ferito.
Il supporto di una squadra di tecnici del Soccorso Alpino della Stazione di Massa è rimasto in stato di allerta presso la base d’elisoccorso, pronto a intervenire in caso di necessità aggiuntive.
L’episodio sottolinea l’importanza cruciale di una preparazione accurata, di competenze specialistiche e di una collaborazione sinergica tra diversi corpi di soccorso per affrontare le sfide poste dall’alpinismo in ambienti montani alpini.